Una delegazione di magistrati italiani è giunta oggi a Parigi per partecipare a un vertice con i funzionari del ministero della Giustizia francese dedicato alla situazione dei latitanti italiani. Nei giorni scorsi il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, aveva di nuovo sollecitato le autorità d’oltralpe a “rimandare in Italia” i terroristi che si trovano ancora nascosti in Francia. Secondo Le Parisien, che ieri sera aveva dato la notizia della riunione bilaterale, alla lista dei 14 nomi redatta dal Viminale si sarebbero aggiunte altre due persone colpite da un mandato d’arresto europeo per “fatti più recenti”.
Al termine del vertice, hanno spiegato all’Ansa fonti della giustizia francese, “non ci sarà alcuna dichiarazione” precisando che la riunione “consisterà nell’analisi tecnica e giuridica delle situazioni” ma che “nessuna decisione nel merito dei vari casi verrà presa”. Ieri la ministra della Giustizia francese, Nicole Belloubet (nella foto), ha di nuovo ribadito che “a tutt’oggi, non abbiamo ricevuto nessuna domanda ufficiale di estradizione” dall’Italia. “Ce ne sono alcune molto vecchie – ha aggiunto la ministra – che riguardano alcune persone, ma non so se sono prescritte”.
“In un clima cordiale, collaborativo, di grande amicizia, si è concluso il primo incontro tecnico fra la delegazione del ministero della Giustizia e le autorità francesi. Sul tavolo, tutti i fascicoli inerenti i latitanti localizzati in territorio francese su cui le autorità italiane avevano inoltrato richiesta di estradizione. Sono stati analizzati tutti i fascicoli, uno per uno, ed è avvenuto un proficuo scambio di informazioni su ogni caso”. Così in una nota il ministero della Giustizia, al termine del tavolo tecnico tenuto a Parigi.
“Le autorità francesi – ha fatto sapere in serata una nota del ministero della Giustizia – si sono impegnate a rivalutare tutte le posizioni. Lo scoglio principale è la lotta contro il tempo, rappresentata dalla prescrizione: purtroppo gran parte delle richieste inoltrate nel 2002 non hanno mai lasciato gli uffici del ministero della Giustizia francese. Proprio per questo, la delegazione italiana ha chiesto che su tutti i fascicoli si pronunci l’autorità giudiziaria francese: gli atti sono sempre rimasti al ministero e non sono mai stati sottoposti al vaglio dell’autorità giudiziaria. C’è la convinzione che si sia finalmente instaurato un rapporto diretto che consentirà di seguire passo passo tutte le azioni da mettere in atto per giungere alla rimpatrio dei latitanti”.