Paola Pollini, consigliera del M5S, presidente della Commissione Antimafia del Consiglio regionale lombardo, quali sono le nuove strategie delle organizzazioni criminali in Lombardia che è stato il tema ieri di un convegno del Pd dove lei era al tavolo dei relatori?
“Le mafie in Lombardia, come in altre regioni del Nord, si sono da tempo inabissate. L’uso della violenza è residuale rispetto alle leve finanziare che hanno sostituito i ben noti metodi estorsivi. Ciò che preoccupa sono due fattori: la velocità straordinaria con cui le mafie si appropriano delle tecnologie digitali e la tendenza, delle nuove generazioni mafiose, nel costituire dei veri e propri network tra associazioni criminali. Le mafie usano con disinvoltura ogni mezzo che internet offre. Il riciclaggio è su un nuovo livello di complessità anche per il carattere transnazionale che questi strumenti offrono”.
Concorda con chi sostiene che il tema antimafia sia poco sentito dai cittadini?
“Ritengo sia ancora estremamente sottovaluto. Al Nord insiste una sorta di “tempesta perfetta”: le istituzioni hanno negato l’esistenza delle mafie al nord per decenni, la criminalità organizzata ha imparato a mimetizzarsi in modo sempre più efficiente, i media di intrattenimento ancora oggi purtroppo ci mostrano un’estetica mafiosa ben lontana dalla realtà, la formazione e l’informazione sono ancora limitate. Tutto questo ha generato un grado di accettabilità sociale diffuso e allarmante. La stessa Dda di Milano, in audizione, ha ribadito come spesso siano i cittadini, gli imprenditori, a rivolgersi ai mafiosi, con risultati disastrosi: il tessuto sociale e imprenditoriale si sgretola e gli imprenditori stessi vengono poi cannibalizzati”.
Quali iniziative state portando avanti come Commissione Antimafia?
“Ai ragazzi, quando visitiamo le scuole, mostriamo dove si nasconde la mafia e quanto ne siano, a loro insaputa, circondati. Durante gli incontri con gli studenti mostriamo le foto degli immobili confiscati vicini a casa loro, oppure raccontiamo di come le mafie utilizzino piattaforme come Spotify o Amazon per riciclare denaro. Con gli adulti vorremmo invece avviare una serie di iniziative di formazione, in particolare rivolte agli imprenditori, per dare un segnale molto chiaro: avvicinarsi alle mafie non comporta un rischio ma una certezza, quella di essere predati. L’arma principale è la denuncia”.
Nel territorio lombardo operano alla pari tutte le consorterie mafiose o una ha preso il sopravvento?
“La Lombardia non si fa mancare nulla, ma la ‘Ndrangheta oggi ha il primato. Si sono tuttavia rafforzate alcune mafie straniere come quella nigeriana e albanese. Sempre più spesso si formano dei network, in cui alcuni compiti vengono spartiti o delegati tra consorterie diverse. L’operazione Hydra, condotta dalla Dda di Milano, ha fatto emergere proprio questo sistema di interrelazioni. Nel gioco d’azzardo online illegale questa dinamica era emersa da tempo, ma la motivazione era per lo più legata ad uno scarso know-how tecnico”.
È possibile tracciare un primo bilancio della Commissione speciale Antimafia?
“Ci siamo insediati ad aprile, dunque, un periodo ancora troppo limitato inoltre, stiamo aspettando che venga nominato dalla Giunta l’ultimo membro del Comitato Tecnico Scientifico per poter essere operativi al 100%. Ad oggi abbiamo audito la dottoressa Dolci, a capo della Dda di Milano, cominciato i lavori di approfondimento su Milano-Cortina 2026, ripreso l’attività sui beni confiscati alle mafie e stabilito quelli che saranno gli indirizzi di lavoro per i prossimi 4 anni”.