Il “re” delle coop Salvatore Buzzi era stato sin troppo chiaro quando diceva che “con gli immigrati si fanno molti più soldi che con la droga”. Talmente tanti che più ampia era la rete di potere da poter sfruttare meglio era per riuscire a mettere le mani nei succulenti appalti per la gestione dell’accoglienza dei rifugiati. E, a quanto pare, la rete era diventata ancora più vasta di quanto si pensasse. E rischia di tirare giù mezzo Campidoglio. Perché sono venuti fuori i nomi di tanti big, quanto del Pd tanto di Forza Italia. Il secondo tsunami sul “Mondo di mezzo” ha portato a 44 arresti (19 in carcere e 25 ai domiciliari) e complessivamente a 48 persone indagate. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni e trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante delle modalità mafiose.
IL MECCANISMO
Il sodalizio Buzzi-Carminati, secondo la Procura di Roma, in cambio dell’assegnazione di appalti e lavori di ogni tipo prevedeva il versamento di mazzette una tantum, stipendi mensili, acquisti di case e assunzioni di parenti e amici nelle cooperative del “sistema”. Un meccanismo ben rodato basato sulla corruzione con cui Buzzi puntava a “prendersi tutta Roma”. Le intercettazioni di Buzzi lasciano poco spazio all’immaginazione: “Pago tutti…questi devono stare ai nostri ordini”. Il riferimento è ai consiglieri comunali.
GLI ARRESTATI
Tra gli arrestati l’ex presidente del Consiglio comunale di Roma, Mirko Coratti (fu tra i più votati del Pd), e Luca Gramazio, accusato di partecipazione all’associazione mafiosa capeggiata da Carminati, che avrebbe favorito sfruttando la sua carica politica: prima di capogruppo Pdl al Consiglio di Roma ed in seguito quale capogruppo Pdl (poi FI) al Consiglio Regionale del Lazio. Gramazio avrebbe partecipato all’associazione mafiosa “in qualità di esponente della parte politica che interagiva, secondo uno schema tripartito, con la componente imprenditoriale e quella propriamente criminale”. In manette anche l’ex assessore Pd alla Casa del Campidoglio, Daniele Ozzimo (si dimise a dicembre per “Mafia Capitale”) e Angelo Scozzafava, ex assessore comunale a Roma alle Politiche Sociali. Arrestati anche il consigliere comunali azzurro Giordano Tredicine (ai domiciliari), il consigliere Massimo Caprari (il Centro democratico ha deliberato di sospendere da ogni incarico di partito il capogruppo al Comune) e l’ex presidente del X Municipio (Ostia), Andrea Tassone.
I provvedimenti hanno riguardato anche alti dirigenti della Regione Lazio come Daniele Magrini nella veste di responsabile del dipartimento Politiche Sociali. E in manette è finito pure Mario Cola, dipendente del dipartimento Patrimonio del Campidoglio. E ancora Franco Figurelli che lavorava nella segreteria di Mirko Coratti. Ai domiciliari finisce anche un costruttore. L’inchiesta travolge anche i manager della cooperativa “La Cascina”, vicina al mondo cattolico. Arrestati: Domenico Cammissa, Salvatore Menolascina, Carmelo Parabita e Francesco Ferrara. Dai quattro Luca Odevaine, componente del Tavolo di coordinamento nazionale sull’accoglienza dei rifugiati. avrebbe ricevuto la promessa di uno stipendio da 10mila euro al mese, raddoppiato dopo l’assegnazione di un appalto.