Mafia Capitale si sgonfia sempre di più. E così oggi il gip di Roma Flavia Costantini ha disposto l’archiviazione di 113 posizioni. In molte delle posizioni il giudice per le indagini preliminari motiva l’archiviazione scrivendo di “elementi inidonei a sostenere l’accusa in giudizio”. L’archiviazione era stata chiesta, tra gli altri, per il presidente della Regione Nicola Zingaretti dopo un’indagine per i reati di corruzione e turbativa d’asta partita da alcune dichiarazioni di Salvatore Buzzi sulle quali i pm non avevano trovato riscontri. Archiviata anche la posizione dell’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno dalle accuse di associazione di stampo mafioso, mentre è ancora in corso il processo per corruzione e finanziamento illecito.
Il gip di Roma Flavia Costantini ha archiviato anche la posizione l’ex capo di gabinetto Maurizio Venafro, indagato per corruzione e già assolto a luglio da un’accusa di turbativa d’asta in uno dei filoni dell’inchiesta. Archiviate anche alcune fattispecie di reato contestate a soggetti sotto processo, come Massimo Carminati, Salvatore Buzzi e Mirko Coratti. Cadute le accuse per Ernesto Diotallevi, Luca Parnasi, Gennaro Mokbel, Eugenio Patané, Alessandro Cochi.
Ottiene l’archiviazione anche la ex presidente del primo municipio della capitale, Sabrina Alfonsi (indagata per concorso in corruzione), l’ex consigliere comunale della lista Marchini, Alessandro Onorato (concorso in corruzione), Vincenzo Piso, ex Popolo della Libertà ed attualmente iscritto al gruppo Misto, indagato per finanziamento illecito; Daniele Leodori, presidente del Consiglio Regionale (turbativa d’asta); Alessandro Cochi, ex delegato allo sport della giunta Alemanno (turbativa d’asta), e Riccardo Mancini e Antonio Lucarelli stretti collaboratori dell’ex sindaco di Roma, entrambi indagati per associazione mafiosa.
Come si ricorderà, la Procura di Roma aveva chiesto l’archiviazione di 116 posizioni nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale. La gip ha invece respinto la richiesta di archiviazione solo per tre delle 116 richieste arrivate dai pm titolari dell’indagine: l’imprenditore Salvatore Forlenza, l’ex consigliere comunale (lista civica Marino sindaco) Luca Giansanti, e Alfredo Ferrari ex presidente della commissione bilancio del Comune (Pd).