Quando qualcuno diceva che le forniture militari all’Ucraina presto o tardi sarebbero state impiegate per colpire in Russia, aggravando la già esplosiva situazione internazionale, i leader occidentali all’unisono denunciavano quella che veniva definita come mera “propaganda del Cremlino.” Eppure, dopo ventisette mesi di guerra, quell’eventualità che veniva bollata come una fake news, sta prendendo corpo a passi spediti sotto la spinta del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che da giorni continua a incalzare l’Occidente affinché dia il suo via libera.
Un invito su cui è già arrivata la benedizione dell’Alto commissario dell’Ue per la politica estera, Josep Borrell, e a cascata anche il via libera della Francia, della Polonia, della Germania, della Repubblica Ceca, della Danimarca, dell’Olanda, del Regno Unito e del Canada. Un fronte che cresce di ora in ora, come dimostra il via libera giunto in queste ore anche da Finlandia, Svezia e Paesi Baltici, che sembra sempre più il preludio a una lenta quanto inesorabile escalation che, poco alla volta, rischia di condurre anche a un impegno militare direttamente sul campo di battaglia.
La coalizione di Macron
Che le cose stiano così lo ha chiarito in diverse occasioni il leader dell’Eliseo, Emmanuel Macron, che si sta dando da fare per creare una coalizione europea per l’invio di istruttori militari in Ucraina. A dirlo è il quotidiano francese Le Monde, che cita fonti a conoscenza della questione secondo cui le autorità di Parigi stanno portando avanti consultazioni sull’organizzazione di una coalizione che potrebbe essere annunciata durante la visita in Francia del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, prevista per il 6-7 giugno. Al momento il piano presuppone l’invio di diverse decine di specialisti militari a Kiev e dintorni per valutare le esigenze delle forze del Paese, poi si passerebbe all’invio di una vera e propria missione con centinaia di addestratori.
La questione, sempre secondo Le Monde, sarebbe stata discussa già martedì scorso durante il faccia a faccia tra Macron e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Una coalizione di cui dovrebbero far parte anche gli Stati Uniti, con il presidente Joe Biden che, dopo aver fatto a lungo melina, malgrado tutto lasci pensare che sia solo tattica, starebbe per far cadere il veto americano all’uso di armi statunitensi per colpire obiettivi militari sul suolo russo.
La proposta di Macron avvicina il disastro
Una continua escalation che è nei fatti e che di questo passo, prima o poi porterà qualcuno a dare seguito a Macron che già in passato ha manifestato la possibilità, in caso di tracollo del fronte difensivo ucraino, di inviare un contingente di 2mila militari. E non è un caso se il Cremlino ha accusato gli Stati Uniti e i Paesi Nato di essere “entrati negli ultimi giorni e settimane in una nuova fase di crescente tensione” sul conflitto in Ucraina.
“Lo stanno facendo deliberatamente, sentiamo molte dichiarazioni bellicose che provocano un nuovo livello di tensione”, ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, che vede sempre più vicina la possibilità, un tempo definita fantascientifica, di uno scontro armato tra Russia e Nato. Lo sa bene il leader M5S, Giuseppe Conte, che a La7 ha dichiarato: “Bisogna essere prudenti perché siamo sull’orlo della terza guerra mondiale. I passi quali sono: mandare le truppe? Usare le armi per rispondere in Russia? Noi abbiamo proposto dall’inizio uno sforzo diplomatico di pace. Non stiamo parteggiando per la Russia. Cosa ci sarà prossimamente, lo scontro nucleare? Ci vogliono portare lì? È una follia”.