Dopo la notizia della presunta violenza sessuale consumata da La Russa junior, sta facendo clamore l’articolo di Feltri in cui parla di un rapporto consenziente. Domenico De Masi, sociologo e professore, come giudica queste parole?
“La sua è una ricostruzione addomesticata della vicenda. Se fosse come dice lui, avrebbe ragione ma io non credo che le cose siano andate come le racconta. La giovane, in base a quanto ho letto, ha detto di essere stata violentata mentre era quasi incosciente, comunque non consenziente. Forse, ai tempi preistorici di Feltri, bastava che una ragazza andasse in casa di un ragazzo per essere certi della sua disponibilità sessuale. Ma oggi non basta. Anche se una ragazza è ubriaca o drogata, in casa tua o altrove, questo non autorizza nessuno ad avere un rapporto sessuale con lei se lei non acconsente. Feltri da per scontato proprio quel consenso della ragazza che la ragazza nega e che lo stupratore deve dimostrare. Se devo credere a Feltri, assente dalla scena, o alla ragazza che invece era presente, credo alla ragazza”.
La Rai sovranista è già inciampata sul caso Facci e le presunte frasi sessiste sul caso La Russa junior. La sorprende?
“Io parto da un dato di fatto: la sinistra è diametralmente diversa dalla destra. Proprio per chiarire ancora una volta questa irriducibile diversità, ho organizzato al cinema Farnese sette pubblici dibattiti tra prestigiosi intellettuali delle due parti. Dunque non possiamo scandalizzarci se la destra vince le elezioni, va al governo, dice e fa le cose di destra che professa. Noi di sinistra ci dobbiamo rassegnare: sappiamo che la destra sbaglia, ma la Costituzione democratica le da pieno diritto di perseguire quelli che noi consideriamo sbagli. Per impedirlo, vi è un solo mezzo. Sconfiggerla alle prossime elezioni. Fin quando resterà al potere, la destra farà cose di destra. A differenza della sinistra che, negli anni del suo governo, non sempre ha fatto cose di sinistra. Basti pensare alle privatizzazioni realizzate durante i governi Amato, D’Alema e Prodi. Nel caso Socci, ad esempio, il personaggio è di destra, il machismo è di destra, in nessuna parte nel mondo esiste un vero e proprio femminismo di destra. Dunque, inutile stupirsi”.
Il caso Grillo junior e quello del figlio del presidente del Senato sono stati trattati allo stesso modo dai quotidiani?
“Mi pare che i quotidiani abbiano dato una pari attenzione a entrambi i casi. Quando si fa pari attenzione a casi di pesi diversi, si finisce per avvantaggiare il caso più grave. E’ probabile che il figlio di Larussa e quello di Grillo abbiano avuto due comportamenti parimenti gravi, ma è chiaro che il comportamento di La Russa padre sia molto più riprovevole di quello di Grillo padre. Grillo ha fatto un errore imperdonabile nel diffondere quel video isterico a difesa del figlio. Ma Grillo è un cittadino qualunque. La Russa, invece, è il presidente del Senato e, in quanto tale, ha doveri specifici verso la collettività. Auto-proporsi come giudice del proprio figlio sospettato di stupro e assolverlo con formula piena, è un errore che non ci saremmo aspettati neppure da una persona con la biografia di La Russa. Neppure il figlio ne risulterà avvantaggiato. La Russa ha sbagliato tre volte: da normale cittadino, da padre dell’indagato e da presidente del Senato”.
Cosa avrebbe dovuto fare La Russa?
“Non doveva intervenire pubblicamente. In passato avrebbe dovuto educare molto meglio il proprio figlio. Ora avrebbe dovuto prendere a sberle prima suo figlio e poi se stesso”.
Intanto nei dibattiti tv il contraddittorio viene affidato a rappresentanti di quotidiani che si definiscono di sinistra, come l’Unità, ma che hanno posizioni sovrapponibili ai giornali conservatori. Come mai?
“Ribadisco: la destra ha vinto. Dunque, ora la maggioranza dei canali televisivi e la maggioranza dei giornali è appiattita sulla destra o si avvia a esserlo. La sinistra non ha televisioni e ha solo un paio di quotidiani, non troppo radicali. Deve rassegnarsi ad avere contro quasi tutto il mondo mediatico. Riguardo all’Unità, è ormai da molto tempo che non è più il quotidiano di Antonio Gramsci e nessun lettore può illudersi che si tratti di un organo di sinistra. Oggi poi le televisioni hanno imparato e praticano ampiamente il trucchetto di costruire panel in cui il ruolo degli esperti è affidato a pseudo-esperti, cioè a giornalisti intervistati da altri giornalisti. Così si finge di informare ma, in realtà, si manipola”.
L’ad Sergio ha detto che l’offerta della Rai dovrà essere maggiormente pluralista e ricca. Tra palinsesti e volti nuovi, si sta andando in questa direzione?
“Se sarà più ricca e professionale, ben venga. Aspettare e assaggiare, prima di giudicare. Ma credo poco che una televisione improntata al consumismo, possa diventare culturalmente più ricca e credo poco che una televisione gestita dalla destra possa diventare più pluralista”.