Di Gaetano Pedullà
Siamo un Paese di Pulcinella. La crisi ci sta mangiando vivi, ma si continua a far finta di niente. Anzi! Chi può acchiappa più privilegi di prima. E chi non può si arrangi. La prima mossa di Tavecchio alla guida del calcio italiano è devastante. Mentre si chiede a tutti di stringere la cinghia, la Figc fa un dribbling al buon senso e offre 4,5 milioni l’anno (con i bonus) ad Antonio Conte per allenare la Nazionale. Più dei soldi – tanti – è però la scorciatoia della Federazione che lascia esterrefatti.
A dare due terzi dello stipendio saranno infatti gli sponsor, come se questi soldi – una volta destinati alla stessa Figc – alla fine non uscissero da una seconda tasca dello stesso pantalone. Un calcio all’austerity, che presto potremo vedere applicato alle star della Tv, sgretolando quel tetto agli stipendi pubblici che dalla Banca d’Italia alla Corte costituzionale già tanti non applicano. Intanto l’economia di Germania e Francia si blocca. L’Europa è a un passo dalla deflazione e dunque ci sono tutte le condizioni perché la Banca centrale agisca, immettendo liquidità e svalutando un euro che così pesante non fa più gli interessi nemmeno di Berlino.
Proprio i tedeschi però frenano e Draghi resta in vacanza, continuando a rinviare quelle misure straordinarie per sostenere la crescita che promette (senza poi far nulla) da mesi. L’Europa così si conferma veloce nell’imporre i vincoli e lentissima nell’aiutare chi è in difficoltà. Naturale che i francesi se ne freghino e ieri hanno annunciato che sforeranno il 4% nel rapporto tra deficit e Pil. Noi invece restiamo inchiodati al 3%. Sudditi della Merkel.