La prima delle grandi città che potrebbe sbloccarsi sulle alleanze tra M5S e Pd potrebbe essere Torino. Ad aprire a un confronto serio sulle prossime elezioni amministrative è stata direttamente Chiara Appendino: “Arriviamo da anni di forti dibattiti sul territorio, anche di scontri, ma credo sia arrivato il momento di mettere da parte il passato e guardare al futuro”.
L’invito rivolto a M5S e Pd, dunque, è “mettere l’interesse della città al primo posto” e “confrontarsi sui temi” in vista di una possibile alleanza per le prossime elezioni amministrative. Un’alleanza che, invece, salvo imprevisti e colpi di coda, dovrebbe sfumare a Roma: i pentastellati, specie dopo l’investitura ufficiale di Beppe Grillo, difficilmente potrebbero farr passi indietro su Virginia Raggi, anche perché significherebbe sconfessare cinque anni al Campidoglio.
Di contro è altrettanto improbabile che i democratici possano chiedere a Roberto Gualtieri un passo di lato dopo avergli chiesto un passo in avanti (specie, peraltro, in una situazione in cui è stato piuttosto complicato trovare un candidato all’interno del Pd). Insomma, man mano che ci si avvicina alle prossime amministrative la situazione resta incandescente e poco chiara. E resa, soprattutto, complicata dall’evoluzione che sul piano nazionale stanno vivendo sia il Pd che il Movimento cinque stelle.
Ed è anche per questo che non è detto che assisteremo a nuovi imprevisti colpi di scena. Secondo i ben informati Enrico Letta e Giuseppe Conte nei prossimi incontri previsti (e cadenzati, come entrambi hanno voluto da subito precisare) dedicheranno ampio spazio di confronto anche alle amministrative 2021. La ragione? Entrambi vogliono giungere a un accordo stabile sul territorio sin da subito. Il motivo è presto detto: i due ex premier sanno bene che, pur avendo tanti estimatori, hanno altrettanti nemici sia all’interno che all’esterno delle due forze politiche. Un’alleanza strutturale accrescerebbe le possibilità di raggiungere importanti risultati alle prossime elezioni in città e regioni peraltro fondamentali.
LA GRANA CAPITALE. E se a Napoli, per quanto si resti su due binari differenti, diventano sempre più insistenti le voci di una possibile convergenza sul nome dell’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa (e resta all’orizzonte anche il nome di Catello Maresca), la vera partita resta quella romana. Molti elettori potrebbero non capire l’eventualità per cui in tutte (o quasi) le città si giunga a un’alleanza tra Pd e pentastellati, mentre nella capitale d’Italia questo “risultato” non venga ottenuto.
Un rischio che, per quanto Conte e Letta stiano lavorando per scongiurarlo, potrebbe comunque essere corso, essendo tardi per ritirare candidature di peso come Raggi o Gualtieri. “Molto più probabile – spiega un autorevole fonte pentastellata – che alla fine Pd e M5S vadano ognuno per la propria strada, con una sorta di tacito accordo: chi arriva al ballottaggio sarà appoggiato formalmente e ufficialmente dall’altro di modo da scongiurare una vittoria del centrodestra”. Per adesso soltanto voci che si rincorrono, ma che ben presto potrebbero diventare strategie ufficiali dei nuovi “giallorossi 2.0”.