L’apertura ufficiale, per quanto teorica e mai completamente esplicitata, c’è stata con i risultati dei 23 quesiti pubblicati la settimana scorsa e frutto del confronto degli Stati generali. In alcuni di queste domande gli attivisti del Movimento cinque stelle hanno di fatto aperto ufficialmente alle alleanze sul territorio (e, in realtà, anche sul fronte nazionale). Certo: occorre una chiara condivisione di idee e programmi. Ed è proprio per questo che i tavoli e i summit con largo anticipo rispetto alle elezioni comunali lasciano pensare che questa volta senza polemiche o strascichi di sorta si possa arrivare alle urne con Pd e Movimento cinque stelle uniti nella stessa coalizione. Il 2021, d’altronde, sarà un anno profondamente delicato sul fronte soprattutto delle elezioni amministrative. Al voto andranno le tre città più grandi d’Italia (tra le altre): Roma, Milano e Napoli.
QUI ROMA. Quello che potrebbe accadere è ancora tutto da scrivere, in realtà. Ciò che è certo ad oggi è che il Movimento a Roma appoggerà la ricandidatura di Virginia Raggi. Un nome che il Pd non potrebbe mai appoggiare – quantomeno apertamente – viste le poderose critiche che in questi cinque anni dem e grillini si sono rimpallati. È altrettanto vero, però, che fino ad oggi il Pd non ha trovato candidati all’altezza dopo il rifiuto, tra gli altri, di David Sassoli. Cosa potrebbe accadere? “L’accordo ufficioso – spiegano fonti informate – è che i democratici abbiano comunque un loro candidato. Dopodiché se si dovesse arrivare a un ballottaggio col centrodestra, ovviamente Pd e 5S si appoggeranno reciprocamente, che sia la Raggi o un dem al ballottaggio”.
QUI MILANO. Discorso piuttosto simile a Milano dove Beppe Sala, esattamente come la collega capitolina, già ha fatto sapere di essere pronto a ricandidarsi. Per ora il Movimento non si è esposto. C’è però da dire Sala raccoglie fin dal primo turno l’appoggio di Azione (“la ricandidatura di Sala è un’ottima notizia”, ha dichiarato Carlo Calenda) e Più Europa (“lavoreremo alla sua riconferma”, ha commentato Benedetto Della Vedova). Entrambi i movimenti hanno messo in chiaro che non accetteranno però il Movimento 5 Stelle in coalizione. Un’eventualità decisamente remota: in città i rapporti tra i pentastellati e Sala sono freddi e tra giunta e consiglieri 5 Stelle non è mai scattata una vera e propria scintilla.
QUI NAPOLI. Il discorso potrebbe essere completamente diverso su Napoli. Dopo due consiliature a guida Luigi de Magistris che tanto bene ha fatto, il Pd ha bisogno di ripartire da un candidato che sia realmente affidabile e credibile. I nomi che circolano sono diversi, ma secondo molti non all’altezza. Ecco perché, esattamente come già accaduto in passato, si fa con insistenza il nome di Roberto Fico. Secondo quanto risulta a La Notizia, non sarebbero pochi coloro che starebbero sondando l’eventuale disponibilità della terza carica dello Stato. E non solo nel Movimento, ma anche nel Pd. Per ora, tuttavia, il presidente della Camera è preso solo e soltanto dal suo lavoro istituzionale. Soprattutto, però, se al Campidoglio dovesse essere eletto un sindaco dem, a Napoli sarebbe il turno di un pentastellato. E a quel punto chissà che Fico non sia disposto a fare un passo in avanti. Senza dimenticare che alle sue spalle c’è anche Sergio Costa, altro nome che non dispiace al Pd.