Il clima era senz’altro già teso, ma dopo le parole – pubblicate dalla stampa – di Vito Crimi, sicuramente la tensione sarà cresciuta. Il primo storico capogruppo M5S al Senato, è stato dirompente nella chat dei senatori: “Davvero pensiamo che una partita come il Quirinale si possa decidere in assemblea?” domanda Crimi. Poi va giù pesantissimo: “Quando abbiamo fatto votare gli iscritti lo abbiamo fatto da opposizione, quando sapevamo che non sarebbe servito a nulla, ne eravamo consapevoli che il nostro voto non contava un ca… ma serviva a fare rumore, e lo abbiamo fatto”.
Prosegue Crimi: “Per contare ed evitarci Silvio Berlusconi al Colle serve una persona, il capo coadiuvato dai due capigruppo, deve avere la delega totale, deve avere la possibilità di presentarsi con un tot di voti necessari alla elezione e poter quindi essere il player principale”. Un ragionamento, questo, che potrebbe essere anche condivisibile visto il “rivale” contro cui si è in campo, ma che pare contraddire un pezzo di storia del M5S. Tutti ricorderanno che proprio sette anni fa furono i cinque stelle a inventare il termine “quirinarie”, una pratica che a quanto pare lo stesso Giuseppe Conte pare non voglia rispolverare.
LA STRATEGIA DI GIUSEPPI. L’idea del presidente pentastellato, infatti, è fare in modo che il Movimento possa ricollocarsi in un ruolo più centrale nelle dinamiche politiche. Affinché questo accada, è necessario che i Cinque stelle abbiano un peso specifico nella scelta del prossimo presidente della Repubblica. Ecco perché Conte ha deciso di allargare la sua squadra: non solo i capigruppo e i suoi vice, ma ora a ragionare sul nome da avanzare anche agli altri partiti saranno pure Chiara Appendino, Alfonso Bonafede, Gianluca Perilli e Fabio Massimo Castaldo.
IL BIVIO. Una scelta che, però, scontenta molti parlamentari che si sentono tirati fuori e che, come emerso anche negli incontri di qualche giorno fa, potrebbero avanzare di loro volontà un altro nome (pare si voglia ripresentare il nome di Sergio Mattarella per un suo bis). Determinanti dunque saranno le riunioni che attendono Conte. Il presidente pentastellato infatti incontrerà prima i senatori oggi, dunque i deputati, per poi concludere in una riunione congiunta che evidentemente sarà determinante per comprendere non solo il nome ma anche e soprattutto la coesione del M5S.
Il fatto però che Conte voglia giocare questa partita in un’ottica di coalizione è data anche dal fatto che forse già oggi l’ex presidente del Consiglio incontrerà Enrico Letta e Roberto Speranza. A quanto pare, dunque, l’unica strada che Conte pare assolutamente non intenzionato a percorrere è quella del voto online. Ed è proprio su questo tema che, secondo molte voci interne, potrebbero scoppiare scintille nelle prossime ore e nei prossimi giorni.
“Non capiamo più dove sia il Movimento…”, mormora qualche malizioso. La partita non è assolutamente facile: da una parte c’è la necessità – ben compresa da Conte – di rinnovare il Movimento e di renderlo protagonista in futuro; dall’altra però c’è l’urgenza di non seppellire anche l’ultimo principio pentastellato: il voto online.