Eccolo, finalmente, il colpo di teatro: Vito Crimi ha inviato a Davide Casaleggio la diffida “ad astenersi da qualsiasi trattamento dei dati degli iscritti, che non sia finalizzato alla consegna dei medesimi dati al Movimento entro 5 giorni”, come anticipato ieri anche da Il Fatto Quotidiano (leggi l’articolo). “La diffida è stata inviata contestualmente al Garante della Privacy, con questa specifica – secondo quanto emerso poi ieri -: qualsiasi diversa attività di trattamento lo espone alle conseguenze previste dalla legge per i trattamenti illegittimi dei dati”. Ecco il primo vero atto di ‘guerra’ dopo la decisione di Rousseau di non consegnare i dati degli iscritti ai pentastellati ma, anzi, di prendere totale possesso del blog delle stelle relegando i parlamentari a mere comparse.
BOTTA E RISPOSTA. Quanto accaduto potrebbe essere determinante. La diffida, infatti, secondo l’opinione di esperti interpellati ieri nel corso della giornata, dovrebbe essere uno degli atti propedeutici alla richiesta di intervento del Garante della Privacy. Non a caso, infatti, nell’atto si diffida Rousseau dal compiere “qualsiasi trattamento dei dati”. Dopo questa mossa, quindi, se il Garante dovesse ritenere il reggente del Movimento titolato ad agire per conto del M5s, potrebbe decidere di intervenire. Al momento, però, la posizione dell’associazione Rousseau resta sempre la stessa: la proprietà dei dati appartiene sempre al singolo e dunque deve essere il singolo a richiedere eventualmente specifiche.
La questione, pertanto, potrebbe risolversi anche nel corso dei prossimi giorni considerando i cinque giorni di “scadenza” posti da Crimi. Casaleggio, però, ha già giocato al rilancio, mostrando di fatto come la situazione potrebbe essere ancora più ingarbugliata. A presentare una diffida, infatti, non è stato solo Crimi, ma anche il curatore nominato dal Tribunale di Cagliari, l’avvocato Silvio Demurtas che “in data 10 maggio 2021 ci ha anche invitato a indire la votazione del Comitato Direttivo” (leggi l’articolo – qui la posizione dell’Associazione). L’obiettivo di Demurtas, come si sa, è fare in modo che venga votato il direttivo come da volontà della piattaforma che ormai mesi fa aveva votato la modifica dello statuto. Un atto che, semmai dovesse avere corso, mettere a rischio la leadership di Giuseppe Conte, o comunque la rallenterebbe di molto.
L’ASSO. Situazione ingarbugliata, dunque. Anche perché Rousseau, nella nota, precisa un punto che sa di ennesimo guanto di sfida: “È ancor più necessario, per sedersi al tavolo, definire innanzitutto chi sia l’interlocutore con il quale l’Associazione Rousseau potrà affrontare tutte le questioni che è necessario dirimere: come il trattamento dei dati degli iscritti, le modalità per saldare il cospicuo debito del Movimento 5 Stelle nei confronti di Associazione Rousseau, la legittimità di eventuali decisioni ad esempio sul Trattamento Economico e sulle ultime espulsioni o la pubblicazione dei voti ricevuti dalle 30 persone che sono intervenute durante gli Stati Generali, ad oggi non pubblicate dopo 6 mesi così come tutte le altre decisioni che saranno di sua competenza”.
Note e riserve che hanno il sapore evidentemente di guanto da sfida lanciato a Crimi e ai vertici del Movimento. Giuseppe Conte, nel frattempo, resta a guardare. Probabilmente aveva sottovalutato la determinazione dell’ormai rivale Casaleggio. “Non è detta l’ultima parola. Non dimentichiamoci che Conte è innanzitutto avvocato…”, mormora qualcuno, lasciando intendere che ci sia ancora un’ultima carta, coperta al momento, per risolvere la questione nel minor tempo possibile. E così dare corso a nuovo Movimento.