Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha rivendicato in una conferenza stampa ieri a Bruxelles i successi ottenuti e le promesse mantenute durante il suo mandato, a due settimane dalle elezioni europee. Rispondendo alle domande dei giornalisti, però, Juncker ha anche ammesso due errori fatti durante la sua presidenza: “Quando era appena iniziato il mio mandato, è scoppiato lo scandalo Luxleaks (sugli accordi fiscali con il governo del Lussemburgo che permettevano alle imprese estere di eludere le tasse societarie, ndr), e mi ci è voluta una settimana per reagire. Non sono stato abbastanza tempestivo… Poi, il fatto si aver ascoltato l’allora premier britannico David Cameron quando mi chiese di non interferire nella campagna referendaria sulla Brexit nel Regno Unito. Fu un errore, perché noi saremmo stati gli unici in grado di smontare le bugie che sono state raccontate” durante quella campagna. Oggi, ha aggiunto il presidente della Commissione, sulla questione britannica “non ho timori e non ho speranze: l’altro giorno ho detto che rispetto al Parlamento britannico la Sfinge era un libro aperto; o restano o se ne vanno, non lo so”. E ancora: “Tutti capiscono l’inglese, ma nessuno capisce l’Inghilterra”. Soltanto due errori è certamente una visione troppo ottimistica di un mandato pieno di buche e falle.
LuxLeaks e Brexit. Juncker troppo buono con se stesso. Ammette di aver fatto soltanto due errori ai comandi della Commissione Ue
Tempo di bilanci per il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker