di Angelo Costa
Ogni persona deve essere valutata dalla sua linea gerarchica a fine anno dando dei precisi feedback. È il comandamento di Luigi Gubitosi. Il dg è convinto che sia importante un approccio «nuovo e trasparente alla gestione delle risorse umane con valutazione delle prestazioni». Ma le dichiarazioni in Vigilanza di Gubitosi hanno scosso l’Usigrai, il sindacato di casa a Viale Mazzini: «Valutazione trasparente dei risultati in Rai? Cominciamo col farlo con i dirigenti da parte dei dipendenti. E indichiamo anche alcuni criteri: risultati di ascolto, gestione dei budget, pieno utilizzo delle risorse umane interne, abbattimento del ricorso a collaborazioni esterne. E poi, ovviamente, pluralismo, completezza dell’informazione, etica e correttezza professionale. Siamo certi che l’azienda ci fornirà tutti i documenti necessari a fare queste valutazioni. Non è più tempo della politica degli annunci. Se il dg crede davvero nel merito e nella trasparenza, ci dica i criteri e quanti curriculum valuterà per le prossime nomine, a partire dal nuovo direttore della TgR e dai corrispondenti esteri».
Gubitosi dà i numeri
«L’ammontare dei costi della Rai è pari a 2 miliardi 951 milioni di euro – ha detto Gubitosi – Se escludiamo il costo del personale e gli ammortamenti, nel 2012 abbiamo speso 1 miliardo 340 milioni di costi esterni di cui: 1 miliardo 173 milioni Rai Spa, 85 milioni Rai Way, 52 milioni Rai Cinema, 33 milioni Sipra, 7 milioni Rainet, suddivisi tra prodotto, supporto, grandi eventi sportivi, gestione del canone di concessione (che costa 28 mln per l’invio dei bollettini). Per il 2013, obiettivo del piano industriale è un risultato operativo in utile già quest’anno, il pareggio di bilancio per l’anno prossimo (dove la complessità sta nel fatto che ci sono i mondiali che ci costano 85 milioni), un ritorno stabile all’utile nel 2015. La Rai dovrebbe riuscire a ottenere un buon utile nel 2015 e negli anni dispari in generale, e raggiungere il pareggio negli anni pari: questo dovrebbe essere l’assetto definitivo. Sulla pubblicità – ha continuato il dg – si erano ipotizzati per quest’anno 685 milioni. Direi che, se non ci saranno forti deterioramenti dell’economia, potremo farcela: siamo in una forchetta tra i 670 e i 685 milioni». Ma niente spot su Rai YoYo di Massimo Liofredi. Parola di Gubitosi: «Catricalà nel contratto di servizio ci ha proposto di evitare la pubblicità ai minori. Per noi ha un costo, ma è una tesi che ci sentiamo di non contraddire e quindi YoYo sarà senza pubblicità».
Minoli fa le battute sul canone
«Dato che la Rai si merita il canone, chi non lo paga è un evasore e si fa la fine di Berlusconi». Così, con una battuta dal palco e sorridendo, Giovanni Minoli, per anni nella televisione pubblica, ha presentato l’approfondimento Dov’era il canone ieri sera che farà parte del nuovo programma Mix 24. Trasmissione che la storica firma di Mixer si appresta a condurre su Radio 24 dal prossimo lunedì.