L’ufficio parlamentare di bilancio convalida le stime del governo contenute nel Documento di finanza pubblica (Dfp). Per quanto riguarda il Pil si tratta dello 0,6 per cento nel 2025 e 0,8 nei tre anni successivi. Ma avverte: dati i rischi orientati al ribasso, le stime possono anche peggiorare.
“Le previsioni – si legge nella nota dell’Upb – sono validate assumendo la piena e tempestiva realizzazione dei progetti del Pnrr e le ipotesi del Mef sul contesto internazionale. Quest’ultimo è tuttavia scosso da recentissimi eventi, che potrebbero avere un impatto significativo anche sull’economia italiana, al momento non ragionevolmente quantificabile. L’incertezza che caratterizza le previsioni è quindi straordinariamente elevata, i rischi sono nettamente orientati al ribasso”.
Ma anche il governo teme il peggio per il Pil qualora lo scenario sui dazi si realizzasse
Un pessimismo che peraltro trova conferma anche nelle considerazioni del governo. I dazi potrebbero pesare per uno 0,3% in meno sulla crescita dell’economia italiana prevista per quest’anno (+0,6%). Negli anni successivi la deviazione rispetto allo scenario di base è calcolata in un -1,3% nel 2026 e 1,7% in meno nel 2027. E’ quanto risulta da una simulazione contenuta in un focus del Dfp che calcola gli effetti di uno scenario che prevede un’imposizione di dazi di 25 punti percentuali per Messico e Canada, di 54 punti percentuali per Cina, di 20 punti percentuali per Unione europea e di 10 punti percentuali per Regno Unito. Con questo nuovo scenario, il Pil previsto per il triennio scenderebbe di conseguenza al +0,3% quest’anno, al -0,5% il prossimo e al -0,9% nel 2027.