L’occupazione da parte di studentesse e studenti dell’Università Orientale di Napoli contro l’assedio militare di Gaza da parte di Israele va accolta positivamente. Napoli è stata tra le prime città a mobilitarsi per la Palestina sin dall’inizio dell’aggressione a Gaza da parte dell’esercito israeliano. Ci sono stati cortei, flash mob, veglie, dibattiti, convegni, mobilitazioni.
L’occupazione da parte di studentesse e studenti dell’Università Orientale di Napoli contro l’assedio militare di Gaza da parte di Israele va accolta positivamente
Al corteo nazionale a Roma il 28 ottobre la partecipazione napoletana, con molti autobus al seguito, è stata massiccia. Ho accettato con orgoglio anche l’invito della comunità palestinese di intervenire in piazza San Giovanni insieme a Moni Ovadia dopo il corteo di decine di migliaia di persone. Napoli si schiera contro le guerre perché è città di pace. Napoli è città della resistenza, delle quattro giornate del 1943.
La nostra Partenope è dalla parte degli oppressi e non degli oppressori. I giovani napoletani sono spesso stati in prima linea nella lotta per l’autodeterminazione dei popoli: da quello palestinese a quello curdo. Non si può essere ambigui per la tragedia che sta accadendo in Palestina. Lo Stato d’Israele, governo e forze armate in particolare, stanno consumando un tentativo di genocidio e di pulizia etnica a Gaza. Ad oggi si contano già diecimila morti, di cui circa quattromila bambini.
Si tratta di crimini di guerra e contro l’umanità. Ogni atto armato che uccide deliberatamente civili ed in particolare bambini, anziani e donne è orribile e da condannare, ma nulla può giustificare le brutalità delle forze armate israeliane che bombardano ospedali, ambulanze, campi profughi provocando anche una deportazione di massa verso l’Egitto.
Nulla giustifica quasi un secolo di occupazione illegale dei territori palestinesi da parte di Israele, con migliaia di coloni che si sono insediati abusivamente protetti dai militari, con sottrazione di terre, occupazione di case, diritti fondamentali negati o solo concessi a piccole dosi dalle forze occupanti.
I governi occidentali sono complici dello sterminio di massa che sta compiendo lo Stato israeliano, ma i popoli occidentali stanno reagendo e crescono le mobilitazioni popolari. L’antisemitismo non appartiene a chi lotta per la Palestina libera, ma semmai alla storia di partiti, come FdI, il partito della premier Meloni e di maggioranza nel governo italiano, che ha nella radice la fiamma dell’antisemitismo e che oggi sostengono il governo Netanyahu che agisce con modalità nazifasciste. La Palestina va liberata e questo è l’obiettivo delle masse popolari che sostengono gli oppressi.