Lacrime, dolore, sgomento. Si può racchiudere in queste tre parole l’ultimo saluto al capitano della Fiorentina Davide Astori morto nella notte tra sabato e domenica a Udine, dove era in ritiro con la sua squadra. In una Firenze listata a lutto, con i palazzi degli uffici pubblici con le bandiere a mezz’asta, ovunque si registra un senso di smarrimento. L’ultimo viaggio del capitano Viola inizia alle 9. Lasciato il centro Tecnico di Coverciano, dove ieri hanno sfilato oltre 12.000 persone, il feretro sfila davanti allo stadio Artemio Franchi, e raccoglie per alcuni minuti il tributo di alcune centinaia di tifosi. Poi, passa per le strade del centro e raggiunge la chiesa. Davanti alla basilica un boato di applausi accoglie il suo arrivo.
Migliaia i tifosi, che già di primo mattino affollano la piazza, lo hanno calorosamente acclamato al grido di: “Un capitano, c’è solo un capitano”. Dentro la basilica, la famiglia, la squadra al gran completo e tutta la dirigenza con Andrea e Diego Della Valle. Alle 10,50 la funzione religiosa. In poco più di 75 minuti l’arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori esprime tutto il dolore per la scomparsa. In “una basilica – dice il presule – che l’Italia ha voluto fosse il sacrario degli uomini più illustri che l’hanno onorata e che custodisce le virtù più alte del nostro popolo”. La sua precoce scomparsa e il vasto affetto che gli è stato tributato, lo riconosce oggi come un fiorentino, da sempre e per sempre”. Toccanti le testimonianze. “Grazie a tutti. In questi giorni – dice con voce commossa il fratello Marco – ci avete dimostrato quanto bene ci volete. Un abbraccio alla Franci e a Vichi, a Bruno, a mamma e papà. Grazie, Davide”. Parole rotte dal pianto anche quelle del compagno di squadra Milan Badelj: “Tu sei luce per tutti noi, grazie Davide”. Il centrocampista viola nel ricordare il suo capitano ha poi aggiunto: “Astori parlava con la lingua del cuore e si faceva capire da tutti”.
All’esterno, intanto, è un tripudio di bandiere e fumogeni, soprattutto quando termina la funzione religiosa. Dal campanile risuonano a lungo le campane e le migliaia di persone che affollano la piazza iniziano ad accendere i fumogeni viola e a inneggiare nuovamente al capitano, al punto che per diversi minuti il fumo oscura la grande basilica. Tantissimi i calciatori di tutte le serie arrivati per rendere l’estremo saluto: la delegazione della Juventus, tra le prime ad entrare ha avuto anche il tributo di lunghi applausi da parte della tifoseria Viola. In fila, uno dietro l’altro: l’allenatore Allegri, il portiere e capitano Buffon, Chiellini e Rugani, solo per citarne alcuni. È stata poi la volta del ministro dello Sport Luca Lotti, il presidente del Coni Giovanni Malagò, il commissario straordinario della Figc Roberto Fabbricini, accompagnato dal suo vice Alessandro Costacurta, e l’ex commissario tecnico della Nazionale, Gian Piero Ventura. I presidenti dell’associazione calciatori e di quella degli allenatori, Tommasi e Ulivieri. Poi l’Inter, rappresentata da Zanetti, il tecnico Spalletti, Ranocchia, Borja Valero e Vecino. In basilica anche Matteo Renzi. Poco dopo il sindaco Dario Nardella.
Santa Croce oggi ha salutato Davide #Astori e tutta Firenze ha abbracciato la famiglia del Capitano. Litigiosa e polemica, Firenze è anche una città che sa amare in modo straordinario. Un pensiero alla piccola Vittoria, a Francesca, ai genitori, ai fratelli. Ciao Capitano #13
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 8 marzo 2018
Al termine della funzione l’ex presidente del Consiglio twitta: “Santa Croce oggi ha salutato Davide Astori e tutta Firenze ha abbracciato la famiglia del Capitano. Litigiosa e polemica, Firenze è anche una città che sa amare in modo straordinario. Un pensiero alla piccola Vittoria, a Francesca, ai genitori, ai fratelli. Ciao Capitano #13”. E alle 13, il numero che Astori portava sulla maglia, il minuto di raccoglimento. Firenze si chiude in un silenzio irreale con le saracinesche dei negozi a metà o in alcuni casi del tutto abbassate. Il capitano della Fiorentina intanto è in ‘viaggio’. L’ultimo, che lo porterà nella sua città natale, San Pellegrino, in provincia di Bergamo.