Sottoscrivere una maxi convenzione con la multinazionale del turismo studentesco EF Education attualmente sotto processo negli Usa, perché ritenuta responsabile del suicidio nel 2022 del 17enne Claudio Mandia. È l’ultima brillante idea del ministro dell’Istruzione e del Merito (Mim), guidato da Giuseppe Valditara, già nella bufera per le posizioni sulla violenza di genere del suo consulente Alessandro Amadori. Il “Protocollo d’Intesa” tra il Mim e EF Education, che La Notizia ha potuto consultare in esclusiva, ha per titolo “Promozione e sostegno alle istituzioni scolastiche nel potenziamento delle competenze comunicative in lingua inglese” e porta la data del 9 agosto 2023.
Il ministero ha affidato al colosso svizzero EF Education il sostegno alle scuole italiane per potenziare la lingua inglese
Tre i punti previsti: il primo, “Rilevazione della conoscenza della lingua inglese tramite EF Set”, prevede che “le istituzioni scolastiche del secondo ciclo di istruzione, interessate al programma di rilevazione della conoscenza della lingua inglese, facciano partecipare alla rilevazione i propri studenti (…) che potranno candidarsi direttamente sulla piattaforma ef.com/Pcto”. I test linguistici saranno somministrati “a partire dal novembre 2023 fino a marzo 2024”. Il secondo punto, “Programma dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento Pcto”, è destinato solo agli studenti di Lombardia, Emilia-Romagna Piemonte, Lazio e Campania, che potranno anche partecipare ai Salone dell’Orientamento programmati nei capoluoghi di provincia delle 5 regioni, nonché alla Fiera Virtuale “Edux Scuola” (in programma il 19 gennaio 2024) alla quale “potranno registrarsi gli istituti di tutta Italia, facendo partecipare gratuitamente i propri studenti, che riceveranno un attestato Pcto”.
Infine, il terzo punto riguarda “l’aggiornamento didattico e linguistico dei docenti”, utile per “ottenere i crediti formativi previsti”. Con il protocollo del 9 agosto il MIM ha di fatto appaltato a una multinazionale privata “un’indagine comparativa del livello di conoscenza della lingua inglese nelle scuole secondarie”, attraverso un test “standardizzato” (di proprietà di EF). Ha inoltre affidato a EF Education “lo sviluppo di competenze trasversali e l’orientamento degli studenti in ambito professionale multilinguistico”. E, infine, le ha anche delegato la formazione dei docenti. Ma cos’è EF Education? È una società di una famiglia svedese con sede in Svizzera con oltre 55 mila addetti, che guadagna miliardi organizzando vacanze studio all’estero per minori e non, in 111 paesi del mondo; che offre costosissime “Academy” dove, per la modica cifra di 60 mila euro l’anno, gli studenti possono ottenere il Baccalaureato internazionale (il diploma internazionale); che vende anche soggiorni annuali all’estero presso famiglie “selezionate”.
La famiglia Mandia ritiene che la società sia responsabile del suicidio del figlio
Quindi, già la scelta di privatizzare i servizi del Mim sarebbe grave di per sé. Ma diventa gravissima quando il partner scelto dal ministero è sotto processo negli Usa perché implicata nel suicidio di Claudio Mandia, lo studente 17enne di Battipaglia che il 17 febbraio 2022 si tolse la vita nel college EF Academy di New York, dopo essere rimasto 4 giorni in un’ala di punizione della scuola, in solitudine e senza cibo. Una punizione per esser stato sorpreso a copiare. Una vicenda dai dettagli inumani, sui quali indagò la procura distrettuale di New York, che però rinunciò a perseguire la EF Academy.
Tuttavia è ancora apertissima la causa civile intentata dai genitori contro la multinazionale, nonostante i tentativi di EF di spostare il processo in Svizzera (il 23 maggio scorso la Suprema Corte dello Stato di New York, ha sentenziato che il processo debba celebrarsi negli Usa, perché la vicenda non ha “alcun nesso con Zurigo”). Inoltre, dopo la diffusione della storia di Claudio, la trasmissione Chi l’ha visto ha raccolto centinaia di denunce per la trascuratezza e pericoli ai quali i clienti (soprattutto minori) di EF Education sono stati esposti negli anni. Sono così venute alla luce storie di 14enni lasciati senza cibo, affidati a famiglie di alcolisti, ma anche casi gravi di cure mediche negate e di tutor della società arrestati in quanto predatori sessuali.
Una realtà che Valditara non poteva non conoscere, anche perché il 30 maggio 2023 la III Commissione Affari esteri del Senato aveva risposto a un’interrogazione sul caso Mangia presentata da Patrizia Marrocco (FI), che ha parlato di “una serie di gravi comportamenti della stessa scuola nei confronti di Claudio Mandia”, di “una condizione di isolamento e vera propria segregazione” e che si era auspicata che “l’Italia continui a seguire con attenzione questa vicenda, fornendo tutto il sostegno necessario alla famiglia Mandia”. Per il ministero degli Esteri aveva risposto Edmondo Cirielli, con toni altrettanto fermi: “Il Ministero (…) ha assistito la famiglia Mandìa sin dall’inizio della vicenda. Il Ministro Tajani ha ricevuto alla Farnesina il 21 aprile i genitori di Claudio, ai quali ha confermato l’impegno massimo nel sensibilizzare l’Autorità giudiziaria statunitense sulla vicenda.
Anche l’Ambasciatrice a Washington e il Console Generale a New York hanno incontrato più volte i genitori di Claudio e, in stretto raccordo con i legali della famiglia, hanno incessantemente intrattenuto contatti con le Autorità locali. La Farnesina in tutte le sue articolazioni non risparmierà sforzi per ottenere massima chiarezza sulla triste vicenda di Claudio”. Ma la vicenda Mandia era arrivata anche alla Commissione europea, con un’interrogazione datata 24 gennaio 2023, a firma Isabella Adinolfi, nella quale si legge che EF Academy “non sempre rispetta i propri doveri contrattuali e, nella fattispecie di quelli relativi a studenti minorenni, espone questi ultimi a gravi rischi, essendo gli stessi affidati loro dalle rispettive famiglie”. “Tali violazioni avrebbero messo in pericolo i minori, arrivando anche alla negazione di cure mediche e alla pratica di violenza psicologica”, aggiungeva Adinolfi, arrivando a chiedere alla Commissione “di approfondire la questione a salvaguardia dei cittadini europei”.
Ma la Commissione se n’è lavata le mani, rispondendo che “non monitora né disciplina le condizioni di mobilità ai fini dell’apprendimento al di fuori dei programmi dell’Ue. Education First non fa parte del programma Erasmus+: è un fornitore privato di servizi di mobilità e in quanto tale non è vincolato dalle norme vigenti in materia di qualità e sicurezza della mobilità ai fini dell’apprendimento nell’ambito del programma Erasmus+”. “Ogni problema avente un impatto sulla sicurezza delle persone che svolgono attività di mobilità ai fini dell’apprendimento al di fuori dei programmi dell’Ue sia affrontato dalle autorità competenti e dalle leggi in materia degli Stati membri interessati”, aveva aggiunto l’Ue. E tra le autorità competenti citate dalla Commissione, il ministero dell’Istruzione e del Merito è il primo della lista. Ma forse Valditara non lo sa.