Sentite qua l’amico di Giorgia Meloni, Viktor Orbán, il presidente sovranista ungherese: “Una marcia su Bruxelles” contro l’Unione europea, che “vuole costringere ad accogliere migranti e a rieducare i bambini ad accettare l’omosessualità”. La frase è stata pronunciata nel discorso in occasione della giornata nazionale del 15 marzo, anniversario della sollevazione del 1848 contro l’impero asburgico, in cui il presidente ungherese ha sottolineato la differenza tra Budapest e i “governi occidentali”.
“Bruxelles non è il primo impero che ha messo gli occhi sull’Ungheria”, ha detto Orbán, accusando l’Unione di voler portare il Paese “per forza in guerra contro la Russia. I popoli europei oggi hanno paura che Bruxelles porti via la loro libertà. Se vogliamo preservare la libertà e la sovranità dell’Ungheria, non abbiamo scelta: dobbiamo occupare Bruxelles”, ha aggiunto. Come ungheresi “siamo stati fregati, è tempo della rivolta”, ha spiegato il presidente ungherese. Da qui l’idea di “una marcia su Bruxelles per realizzare un cambiamento”.
Orbán ha promesso che non permetterà all’Unione europea di “intaccare la libertà: l’Ungheria rimarrà libera e sovrana. Le nazioni dell’Europa oggi temono per la loro libertà” minacciata “da Bruxelles. L’Ungheria rifiuta la guerra, è impegnata per la pace” ma “dall’Ue riceviamo guerra, invece della pace”. È la fotografia di quello che ci aspetta nei prossimi mesi: una campagna elettorale per le elezioni europee in cui distruggere l’Europa per accaparrarsi un seggio in Europa. Sembra una contraddizione, è vero, ma è il sale della propaganda sovranista. Come Meloni, del resto.