di Stefano Sansonetti
Metti una struttura della pubblica amministrazione che ha 1.040 dipendenti, di cui 47 dirigenti. Metti che in un periodo di vacche magre, e di complicate ristrutturazioni interne, quella stessa struttura si inventi un bando per reclutare un dirigente esterno per il ruolo di “program manager”. Infine metti che il medesimo ufficio completi una procedura selettiva e assuma due persone da inquadrare come “energy manager”. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per una bella polemica. Che in effetti è scoppiata con puntualità, anche se per adesso viene tenuta sottotraccia. Al centro della scena c’è l’Agenzia del Demanio, responsabile della gestione degli immobili pubblici, a capo della quale è stato sistemato un anno fa il renzianissimo Roberto Reggi, ex sindaco di Pd di Piacenza e dal 2012 tra i più accesi sponsor dell’attuale presidente del Consiglio. Si dà il caso che qualche settimana fa il Demanio abbia lanciato un bando per reclutare dall’esterno un “program manager” da inquadrare come dirigente.
IL PIANO – Un’operazione che non può non dare nell’occhio, se si considera che l’Agenzia vanta al suo interno 47 dirigenti (su una dotazione organica di 53). Ma che dovrà fare questo “program manager”? “A diretto riporto del direttore dell’Agenzia”, come si legge nel bando del Demanio, la figura dovrà assicurare tra le varie cose “la supervisione dell’andamento complessivo del programma degli interventi edilizi” e “il rispetto delle cornici economiche e temporali previste”. Il tutto per un contratto da dirigente della durata di 24 mesi. Da qui sorgono almeno altre due curiosità, che si affiancano alla questione relativa ai 47 dirigenti già ora presenti in Agenzia. Innanzitutto il termine per far pervenire le candidature è stata fissato al 15 novembre. Scadenza a dir poco ravvicinata, se si considera che la pubblicazione del bando risale alla settimana scorsa. La data precisa non è riportata sul sito dell’Agenzia, ma potrebbe coincidere con il 9 novembre, giorno in cui il bando è stato aspramente criticato da un comunicato della Fp Cgil che proprio quel giorno ha fatto capire di essere venuta a conoscenza della procedura. Nel documento la Confederazione lamenta proprio il fatto che, con 47 dirigenti interni, “una figura rispondente ai requisiti cercati probabilmente poteva essere reperita, formata e inquadrata partendo dalle risorse che già oggi sono a disposizione dell’Agenzia”. Ad ogni modo resta il fatto che per far pervenire al Demanio le candidature c’è a disposizione solo una settimana di tempo. Davvero una gran fretta. C’è poi chi fa notare, forse con qualche eccesso di malizia, che la durata contrattuale di 24 mesi porterà il “program manager” a scadere con Reggi, direttore il cui mandato si esaurirà proprio fra due anni.
GLI ALTRI PUNTI – Senza contare che la nota della Fp Cgil mette nel mirino pure una procedura di selezione che di recente ha portato il Demanio a chiamare dall’esterno due “energy manager”, in pratica tecnici reclutati per favorire consumi energetici più efficienti all’interno del Demanio. Anche questa mossa è stata contestata all’interno della ristrutturazione del personale che Reggi sta portando avanti e che prevede un centinaio di dipendenti da trasferire sul territorio. Contattata da La Notizia, l’Agenzia del Demanio ha spiegato di essere impegnata nella realizzazione di un piano di razionalizzazione degli immobili pubblici. In quest’ottica è indispensabile anche eseguire lavori di manutenzione, i cui tempi e costi devono essere attentamente presidiati. In tal senso sarà reclutato un “program manager”, visto che “all’interno dell’Agenzia non è attualmente presente una figura professionale e manageriale che abbia le competenze per portare avanti un programma sfidante di interventi”. Stesso discorso per i due “energy manager”. che l’Agenzia ha dovuto reclutare per applicare una direttiva Ue. Twitter: @SSansonetti