Luigi Di Maio rompe con i 5 Stelle: la scissione, che sarà formalizzata nelle prossime ore, è cosa fatta. Dopo giorni di dichiarazioni roboanti e malgrado qualche timido tentativo di riappacificazione, alla fine la frattura nel Movimento 5 Stelle ha fatto un ulteriore salto di qualità.
Che la resa dei conti fosse vicina lo si era capito da tempo anche se, dopo il Consiglio nazionale di M5S che ha graziato il ministro degli Esteri, sembrava che la questione fosse stata momentaneamente messa in pausa. Almeno fino a giovedì, per vedere se Beppe Grillo sarebbe riuscito a ricucire lo strappo.
Peccato che la tregua, come accade in casi simili, non è durata. Così mentre in Senato si è presentato il premier Mario Draghi, nel Movimento la situazione esplodeva definitivamente con una raccolta firme a Montecitorio e a Palazzo Madama promossa dal ministro degli Esteri per dare vita a nuovi gruppi parlamentari autonomi.
Pronti nuovi gruppi di Di Maio
Un’iniziativa che segna il punto di non ritorno perché è a tutti gli effetti una scissione, con Di Maio e una pattuglia piuttosto corposa di parlamentari che danno vita a un soggetto indipendente, secondo l’Ansa denominato Insieme per il futuro, a cui manca solo l’ufficialità.
Come da regolamento, per costituire un gruppo alla Camera sono necessari almeno venti deputati. A Palazzo Madama, invece, occorrono dieci senatori. Si tratta di un numero che, ovviamente, non ha di certo scoraggiato il titolare della Farnesina che da tempo ha potuto fare la conta dei propri sostenitori. Insomma non è stato un salto nel vuoto.
Che le cose stiano così lo si capisce dal fatto che, malgrado ancora non sia tutto certo, le adesioni tra Camera e Senato sarebbero più di quaranta. E che l’operazione sia andata oltre le più rosee previsioni lo si capisce dal fatto che, poco dopo il via alla raccolta firme, i dimiaiani hanno fatto sapere: “Si punta a quota 50, c’è grande entusiasmo”.
Ecco chi segue Di Maio
Dopo la notizia del nuovo gruppo, è immediatamente partito il toto nomi di quella che viene già definita come la diaspora dei 5 Stelle.
Manovre che peseranno sugli equilibri in maggioranza visto che con Di Maio ci sarebbero la sottosegretaria al Mef Laura Castelli, il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, quella alla Giustizia Anna Macina, la sottosegretaria al Sud Dalila Nesci e anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.
Tra i primi firmatari a Montecitorio spiccherebbe lo storico avvocato ambientalista Giuseppe D’Ippolito, seguito a ruota da – sempre secondo le indiscrezioni – Gianluca Vacca, Sergio Battelli, Alberto Manca, Caterina Licatini, Luigi Iovino, Vincenzo Caso, Davide Serritella, Daniele Del Grosso, Paola Deiana e Filippo Gallinella.
Altro nome dato tra i papabili è quello di Elisabetta Barbuto, la deputata che Di Maio indicò per il collegio uninominale di Crotone, che starebbe valutando come muoversi. Sempre a Montecitorio viene dato per certo anche il questore della Camera, Francesco D’Uva.
Al Senato, invece, le adesioni sarebbero sette e tra queste ci sarebbero: Emiliano Fenu, Fabrizio Trentacoste, Antonella Campagna, Vincenzo Presutto, Primo Di Nicola e Simona Nocerino.