L’America cerca la pace in Ucraina e il Capo della Nato Rutte dice che dopo la guerra si dovrà tornare a trattare con la Russia. Invece l’Europa vuole proseguire la guerra a tutti i costi in un odio eterno per Mosca. Non capisco perché.
Matilde Ferri
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Gentile lettrice, il Segretario della Nato Rutte non ha poteri decisionali e francamente ispira quasi pena. Era partito allegro andante per fregare i popoli col solito piffero magico – cioè “Se la Russia vincerà in Ucraina, poi invaderà l’Europa” – ma due settimane fa Trump lo ha convocato a Washington e gli ha sostituito lo spartito, così adesso suona un’altra musica, ovvero: “Quando la guerra ucraina sarà finita, bisognerà riprendere normali relazioni con Mosca”. Vede la differenza? Quanto all’Europa, Uk inclusa, è scattato un istinto di conservazione delle élites che sono fortemente screditate e hanno terrore dell’avanzata, da destra e da sinistra, di sentimenti nazionalisti e sovranisti, ossia siluri capaci di affondare i loro partiti e l’Ue. Inventando la finta minaccia (“la Russia ci vuole invadere”), cercano di riaccreditarsi presso i loro elettorati e di cementare il loro piedistallo grazie a un nuovo collante, che prima era la pace e ora è la guerra. Roberto Iannuzzi, un osservatore tra i più acuti, riassume così: “L’Ue da progetto di pacifica convivenza si è progressivamente trasformata in una struttura verticistica con crescenti finalità militari. La logica dell’emergenza, incarnata dalla ‘minaccia esterna’, viene usata per giustificare questa trasformazione, che allo stesso tempo garantisce lucrosi guadagni all’apparato industriale”.
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