L’Ue ha respinto in toto il decreto sulle Ong approvato dal Governo Meloni a inizio anno. E, mentre Bruxelles ha ammonito l’Italia invitando il Paese a rispettare le leggi internazionali, le organizzazioni che si occupano del soccorso dei migranti nel Mediterraneo hanno sottoscritto un documento di protesta contro l’esecutivo di Roma.
L’Ue boccia il decreto sulle Ong del Governo Meloni
“Non spetta all’Ue guardare nello specifico il contenuto di questo decreto. Indipendentemente da cosa l’Italia stia facendo tramite un decreto, i Paesi membri devono rispettare la legge internazionale e la legge del mare”. A dirlo è stata Anitta Hipper, portavoce della Commissione europea, durante un briefing con la stampa. Rispendendo a una domanda sulla diatriba che vede protagonisti il Governo Meloni e le Ong dopo l’approvazione del decreto da parte dell’esecutivo italiano, Hipper ha anche precisato: “Salvare vite in mare è un obbligo morale e legale“.
“Le nostre regole per la richiesta d’asilo sono chiare: tutti i cittadini dei Paesi terzi devono poter richiedere l’asilo, anche quando si trovano in acque territoriali”, ha spiegato la portavoce della Commissione Ue. E ha voluto ricordare il principio secondo il quale “salvare le persone in difficoltà in mare è un obbligo morale e un dovere legale, indipendentemente dalle situazioni che le hanno portate a trovarsi in quella condizione di difficoltà”.
Bruxelles ammonisce l’Italia: rispetti le leggi internazionali
Mentre Hipper delineava con estrema chiarezza la posizione di Bruxelles rispetto a quanto sta accadendo in Italia, le Ongche operano nel campo del soccorso nel Mar Mediterraneo hanno scelto di sottoscrivere un documento con il quale hanno rimarcato la loro contrarietà al regolamento approvato dal Governo Meloni. “Esprimiamo la nostra più viva preoccupazione per l’ultimo tentativo di un governo europeo di ostacolare l’assistenza alle persone in difficoltà in mare”, si legge nel documento unitario redatto dalle Ong.
Le organizzazioni hanno anche denunciato che “il nuovo decreto legge, firmato dal Presidente italiano il 2 gennaio 2023, ridurrà le capacità di soccorso in mare e renderà ancora più pericoloso il Mediterraneo centrale, una delle rotte migratorie più letali al mondo”.
Sembra sempre più evidente, quindi, che l’Italia possa preso ritrovarsi a essere isolata in Europa per quanto riguarda la gestione di Roma delle politiche migratorie. A questo proposito, soltanto ieri, mercoledì 4 gennaio, la Svezia – presidente di turno Ue per i prossimi sei mesi – ha annunciato che non verranno considerate revisioni del meccanismo di redistribuzione dei migranti, mandando in fumo le speranze del Governo Meloni che ha più volte dichiarato di essere intenzionato a portare il tema sul tavolo.