L’Ue lancia un altro avvertimento all’Italia sui diritti dei genitori. “La nostra posizione in merito ai diritti dei genitori, che include i casi transfrontalieri che coinvolgono diversi Stati membri, è che se un genitore è riconosciuto come tale in uno Stato membro gli altri Stati membri devono riconoscere tale paternità e la decisione deve essere rispettata”.
A dirlo è il portavoce della Commissione europea, Christian Wigand, durante il consueto briefing quotidiano con la stampa. Il riferimento è a una domanda sulla decisione della procura di Padova sulla trascrizione degli atti di nascita di 33 bambini, figli di coppie omogenitoriali. Sul tema, spiega comunque Wigand, non è “personalmente” informato e il suo commento è quindi alla situazione in generale. “Controllerò se c’è bisogno di dire qualcosa”, aggiunge il portavoce della Commissione.
La Commissione Ue ribadisce: genitori in uno Stato membro devono essere riconosciuti anche negli altri
In generale l’esecutivo comunitario ricorda che la proposta di Bruxelles sui diritti genitoriali riguarda i casi di trasferimento da un Paese membro all’altro. La linea dell’Ue è semplice: chi è genitore in uno Stato deve esserlo anche negli altri. Anche se “il diritto di famiglia” resta di “competenza nazionale”, sottolinea ancora il portavoce.