Mimmo Lucano con la sua Riace ha costruito un modello di accoglienza e inclusione dei migranti celebrato a livello globale. Dopo la vicenda giudiziaria che lo ha visto assolto, viene eletto europarlamentare nelle fila di AVS e per la quarta volta sindaco della sua amata terra.
Doppia elezione, come sindaco di Riace al quarto mandato e come europarlamentare. Quanta Riace porterà in Europa e quanta Europa a Riace?
“È una domanda bellissima, grazie. È proprio in questa connessione che lei coglie che posso immaginare di vivere il mio rapporto con la politica che – come diceva Peppino Impastato – è su “base emozionale”. Il viaggio della campagna elettorale l’ho affrontato non facendo freddi calcoli, ma basandomi su quelli che ritengo siano gli ideali attorno ai quali la sinistra deve compattarsi.
I ragionamenti territoriali, della nostra base, sono stati trasferiti su scala nazionale nel dialogo con Fratoianni. De Magistris, che è stato importante interlocutore in questi anni, si è invece allontanato e questo mi spiace”.
Avrebbe potuto essere un parlamentare Pd oggi, essendole arrivata un’offerta dal partito a guida Schlein. Come mai ha rifiutato?
“Sono stato cercato dal Partito Democratico e avrei avuto, accettando la loro proposta di candidatura, la certezza che il superamento del quorum non sarebbe stato un problema a differenza della sfida che mi attendeva con AVS. Non ho cercato una soluzione sicura nel PD, ho trovato invece una forza politica nella quale da indipendente sentissi rappresentate le mie idee. Le parole di Fratoianni a Bologna, presentando la mia candidatura, sono state di grande delicatezza politica e di questo lo ringrazio. Ha detto che molto, unitamente alla forza della comunità tutta, sarebbe dipeso da me e dalla Salis”.
Il suo rapporto con la Schlein e con il PD oggi com’è?
“La Schlein mi ha cercato quando sono stato assolto, ma oggi il PD su temi centrali come la guerra in Ucraina accetta passivamente le posizioni filoamericane e il riarmo. Questo non mi piace. Dovrebbe esserci inoltre una posizione chiara e forte sulla questione palestinese. Sono però consapevole che il fronte contrapposto è una deriva di fascismo allo stato puro”.
Alla luce di queste distanze con il PD, lei crede nel “campo largo”?
“Non lo so, perché io ho una idea di militanza che non si sposa bene con quello che è diventato il PD oggi: apparato burocratico. È nella sostanza che si determina il campo largo, sui contenuti, nelle posizioni. Non mi piacciono le strategie dei leader fatte solo di parole per raccogliere consenso, quella è propaganda”.
Cosa le ha lasciato umanamente l’iter giudiziario che l’ha visto coinvolto e quanto l’ha motivata ad andare avanti politicamente?
“Sono stato cacciato da Riace dove ero sindaco, sospeso. Un “teorema scientifico” organizzato a tavolino e volto a distruggere il messaggio politico di cui Riace è stata portatrice in tutti questi anni. È la prima realtà che ha indicato al mondo una strada alternativa alle destre nella gestione dell’immigrazione che non può essere fatta di deportazione in Albania, di esternalizzazione delle frontiere o di DDL Cutro. Mentre ancora il mare di Cutro portava in riva cadaveri di bambini, “qualcuno” ha avuto il coraggio di festeggiare compleanni. Non lo scorderò mai”.
E di Roccella Ionica cosa ci dice?
“L’altro giorno a 20 Km da Riace, proprio a Roccella Ionica, altra tragedia del mare nella quale però non è stato acceso alcun riflettore, così come non c’è stata alcuna camera ardente. È stato dato ordine da alti livelli di nascondere questa tragedia del mare e da questo è derivato un black-out nell’informazione, forse perché il governo comincia a provare vergogna. Quello che è accaduto a Cutro un anno fa e oggi accade a Roccella Ionica è una sconfitta per l’umanità”.
A proposito di uguaglianza sociale, lei che è uomo del sud, cosa pensa dell’autonomia differenziata?
“Il Sud abbandonato a se stesso per sanità, lavoro e infrastrutture. Località in cui c’è un solo binario, eppure c’è chi pensa a fare il Ponte sullo stretto di Messina. L’autonomia differenziata è un disegno secessionista di divisione dell’Italia ed è anticostituzionale”.
So che vuole raccontarmi un aneddoto che le sta molto a cuore…
“Ho girato tutta l’Italia per la campagna elettorale, ma a Milano mi è successa una cosa che porterò per sempre con me. In prima fila, durante un’iniziativa pubblica, c’era una donna che mi ascoltava con un coinvolgimento palese e una evidente commozione. Mi aveva colpito. Alla sera torno in hotel e trovo un messaggio sul mio telefono in cui viene invocato un mondo senza barriere, senza confini nel pieno e assoluto rispetto dei diritti umani e che, in fondo, ci richiederebbe poco. Molto poco. Il messaggio era firmato Silvia Pinelli. Ho capito che era la figlia di Giuseppe Pinelli, uno dei miei riferimenti politici. Arrestato e ucciso per i suoi ideali di democrazia, libertà e uguaglianza sociale. Ho maturato la mia coscienza politica proprio attorno alla sua storia, a quella di Giuseppe Impastato che ha lottato contro le mafie e di Peppe Valarioti, dirigente comunista ucciso dalla mafia. Questa la mia identità che va oltre qualsiasi calcolo”.