Presidente Nicola Morra, in base a un recente rapporto sui Comuni commissariati, emerge che negli ultimi tre anni sono diminuiti i commissariamenti dovuti a scioglimenti dei consigli comunali per ragioni politiche e sono aumentati quelli per mafia. La situazione è davvero così grave? “Dagli ultimi dati che abbiamo, relativi al 31 ottobre 2019, risultavano sciolti per mafia 44 Comuni, in cui vivono circa 665mila residenti. Giudichi lei”.
La maggior parte dei commissariamenti per mafia è ancora nel Mezzogiorno. La battaglia in quelle terre va considerata persa?
“Effettivamente gli attuali Comuni sciolti per mafia si trovano tutti nel Mezzogiorno. In particolare, la metà in Calabria (22), 11 in Sicilia, 7 in Puglia e 4 in Campania. La battaglia è dunque ancora lunga. Non è persa ma può essere vinta solo con strumenti straordinari, a partire da una più scrupolosa ed effettiva trasparenza nella Pubblica amministrazione e dalla diffusione della cultura antimafia”.
Quale aspetto delle infiltrazioni nelle pubbliche amministrazioni ritiene più inquietante e nella sua attività qual è la priorità?
“Ad esempio, in Comuni sciolti per mafia la contaminazione va oltre la Giunta comunale ed infetta tutta la macchina amministrativa. L’azione dei commissari viene dunque spesso vanificata e ci ritroviamo ciclicamente con la mafia al potere. Questa onnipresenza della mafia non ci permette di identificare la reale portata delle infiltrazioni nelle Pa, la quale secondo noi è molto più diffusa. Rendere più trasparente la Pa ci permetterebbe di identificare con più efficacia i meccanismi di cui le mafie si servono per condizionare la spesa pubblica. Siamo al lavoro per proporre strumenti evoluti a tale scopo. Una volta stabiliti gli strumenti efficaci, mi auguro non si facciano passi indietro come avvenuto con la soppressione dei Co.Re.Co”.