L’ombra del conflitto d’interessi sui commissari europei, c’è anche Fitto tra i dieci sotto esame

Nel mirino della commissione Juri dell'Europarlamento sono finiti 10 commissari designati per eventuali casi di conflitto d'interessi.

L’ombra del conflitto d’interessi sui commissari europei, c’è anche Fitto tra i dieci sotto esame

Non c’è pace per la nuova Commissione europea. In attesa delle audizioni dei commissari designati, la strada per alcuni di loro appare sempre più tortuosa. In particolare sono dieci quelli finiti nel mirino della commissione per gli Affari giuridici (Juri) del Parlamento europeo nella valutazione di eventuali conflitti d’interesse.

Dubbi che si sommano a quelli ormai già noti su due dei prossimi commissari: il greco Apostolos Tzitzikostas e il cipriota Costas Kadis. La commissione dell’Eurocamera ha chiesto di presentare una documentazione integrativa a dieci commissari, per esaminare al meglio le loro dichiarazioni riguardo eventuali conflitti d’interesse.

I dubbi della commissione Juri su Fitto

In questa lista rientra anche il nome del commissario designato dal governo italiano, Raffaele Fitto. I documenti presentati dai commissari in pectore restano riservati, ma alcune indiscrezioni sono trapelate. Nel caso di Fitto, per esempio, è Politico.eu a spiegare che l’ex ministro italiano ha dichiarato di essere in possesso di sette appartamenti e di avere quote in altri tre.

A questi si aggiungono dei terreni, due garage e una cantina, oltre che il 15% di una farmacia di Brindisi, il cui valore viene stimato dallo stesso Fitto in 150mila euro. Le integrazioni richieste al commissario italiano designato riguardano proprio le sue partecipazioni immobiliari e non i casi giudiziari che lo hanno coinvolto in passato.

Conflitto d’interesse, i commissari Ue nel mirino: gli altri casi

Fitto non è di certo l’unico commissario a cui sono state richieste integrazioni. Un altro nome finito nel mirino degli eurodeputati è quello di Valdis Dombrovskis, che di fatto ha presentato una dichiarazione sui conflitti d’interesse vuota. Per altri commissari è invece stato evidenziato come non abbiamo svelato l’elenco dei clienti di cui sono stati consulenti in occasione di incarichi precedenti. Per presentare i documenti integrativi i commissari hanno tempo fino a giovedì.

La commissione ha intanto dato il via libera a tre commissari: l’olandese Wopke Hoekstra, il polacco Piotr Serafin e l’ungherese Oliver Varhelyi. Per quanto riguarda tutti gli altri, invece, sono richieste maggiori informazioni e chiarimenti prima del via libera. Sui dieci commissari a cui sono state richieste informazioni aggiuntive, i funzionari della commissione prepareranno una bozza delle domande supplementari, che verranno inviate nella nuova riunione della Juri di lunedì sera.

Per poi dare tre giorni ai nuovi commissari per rispondere: giovedì prossimo, infatti, la commissione valuterà le risposte ricevute. Le modalità di valutazione da parte della commissione non convincono il gruppo The Left, che denuncia inoltre rischi per eventuali conflitti d’interesse dei commissari.

Nel caso di Fitto si sottolinea il coinvolgimento in alcune indagini del passato, non valutate però dall’Europarlamento. La capogruppo della Sinistra Ue, Manon Aubry, ha messo nel mirino anche altri commissari designati: “La portoghese Maria Luis Alburquerque è stata consulente per Morgan Stanley e sarà responsabile di servizi finanziari”. Ma c’è anche il caso di Marta Kos, che è stata consulente di aziende come Google e Amazon: “Credete che questi rappresentanti siano adeguati per gli interessi dei cittadini o solo di alcune lobby? Le attuali regole non permettono di affrontare questi conflitti di interesse”, ha spiegato.

Chiesti chiarimenti pure per Hoekstra, commissario per il Clima. Anche per Mario Furore, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, il giudizio dei commissari designati “è una completa farsa per come è concepito: ci aspettiamo maggiore trasparenza da von der Leyen e dai suoi commissari”.