di Oscar Valori
Una spending review a doppio binario. L’ennesimo caso, e ancora una volta con soldi pubblici. Parliamo di Arpa Lombardia, l’Agenzia Regionale per la protezione dell’Ambiente istituita nel 1999 e posta sotto la vigilanza della Giunta Regionale del Governatore Roberto Maroni. Ente di diritto pubblico e dotato di una propria autonomia contabile-amministrativa, svolge un’importante attività tecnico-scientifica al servizio degli enti locali regionali (comprese province, comuni e comunità montane) nei campi di prevenzione e tutela ambientale. Dal meteo alla qualità delle acque, dal monitoraggio geologico a quello dei rifiuti: nulla sfugge alle analisi e al potere di Arpa.
L’accetta e il bisturi
Gli ultimi di una lunga lista di tagli, in ossequio come dicevamo al contenimento della spesa, hanno riguardato i laboratori che forniscono, tra l’altro, le analisi chimiche delle acque del territorio. A determinare i tagli (Cremona, Varese e Lecco già chiuse e ora il turno di Mantova), un piano di razionalizzazione dell’Agenzia, che concentrerà entro fine 2015 le attività sui poli di Milano e Brescia. Ottimizzazione delle risorse forse, ma che inevitabilmente potrebbe portare ad un rallentamento dei tempi di indagine. Parliamo talora di complesse investigazioni sull’inquinamento di terreni, falde acquifere e specchi d’acqua. Far convergere tutto su Milano e Brescia, i dati e le inchieste di ben 4 province, potrebbe infatti ingolfare il sistema e dilatare le tempistiche per i risultati. Ma se si vuole compiere una reale e meritoria opera di taglio, bisogna guardare anche altrove .
Gli “uomini d’oro” di Arpa
Perché allora non iniziare a sfoltire quegli oltre 2,5 milioni di euro di stipendio percepiti dai 19 massimi dirigenti dell’Agenzia? Parliamo degli emolumenti 2013 previsti per il direttore generale Umberto Benezzoli e 18 tra direttori di dipartimento, di settore, direttori amministrativi e tecnico-scientifici. La fetta più cospicua della torta, tra retribuzione base e di risultato, è naturalmente quella di Benezzoli, cui non verranno tagliati i 228 mila euro lordi spettanti. Un’enormità, il doppio della media delle retribuzioni, comunque elevate, dei restanti dirigenti (dai 108mila ai 151mila lordi annui). La festa non è certo finita, perché a questo già ricchissimo piatto va affiancato quello delle competenze spettanti al resto dei dirigenti di Arpa Lombardia. Parliamo di ben 152 uomini e donne, che percepiscono compensi variabili da un minimo di 60mila ad un massimo di 114mila euro annui. Sono per la gran parte ruoli tecnici: chimici, fisici, ingegneri ambientali e biologi.
I numeri dell’Agenzia
Il bilancio di previsione 2013 quantifica in quasi 490 mila euro le spese di funzionamento dei soli organi istituzionali (tra cui i revisori e i componenti del cda), che contribuiscono al monte complessivo di quasi 60 milioni di euro per la voce “risorse umane”. Nel corso del 2012 si sono spesi oltre 615 mila euro tra consulenze ed esternalizzazione di servizi vari. Servizi che magari avrebbero potuto trovare competenze adeguate all’interno del corpo dei quasi 1.020 dipendenti dell’ente (un buon 16% dei quali inquadrato attualmente con la qualifica di dirigente). E tutto questo tenendo altresì conto dei tagli lineari ai trasferimenti denunciati dai sindacati. In prima linea la Cgil funzione pubblica, che parla di un taglio del 20% nei trasferimenti regionali a favore di Arpa come degli altri enti del sistema Lombardia (Arifl, Ersaf, Eupolis ed Arca) e del complesso delle partecipate. “La conseguenza è la riduzione di una parte dei servizi forniti con un impatto che colpirà prevalentemente i precari”, ha spiegato la segretaria generale Cgil-fp Lombardia Mavì Gardella. Le mega retribuzioni ai vertici, per il momento, non sembrano volersi toccare.