Con i numeri dei contagi che non accennano a diminuire e le preoccupazioni per la tenuta del sistema sanitario lombardo, il presidente leghista Attilio Fontana ha chiesto al governo norme ancora più restrittive. L’ipotesi è di fermare le attività produttive e i mezzi di trasporto pubblico. Una mossa che, in soldoni, porterebbe alla paralisi totale del motore economico dell’Italia, con anche le fabbriche costrette a uno stop che sembra ormai impossibile da rimandare. Del resto il governatore della Lombardia, intervistato da Sky, non ha usato mezzi termini spiegando che il sistema sanitario sta “arrivando ai limiti massimi” di stress e che “può reggere un’altra settimana”. “Tutti i 12 sindaci lombardi che ho incontrato” continua Fontana, “mi hanno chiesto un irrigidimento delle misure” per evitare danni irreparabili. Così tra le proposte che il presidente Fontana presenterà a Conte c’è “la chiusura degli esercizi commerciali non essenziali” ad eccezione di quelli che trattano beni di prima necessità, la “chiusura del trasporto pubblico locale” e la richiesta di “valutare quelle attività imprenditoriali che, senza troppi danni, possono essere chiuse”. Ma se la richiesta della Lombardia sembra giustificata dai dati, ben più strana è la posizione del Veneto che si è accodato a tale istanza. Il governatore leghista Luca Zaia non più tardi di domenica sembrava pensarla diversamente al punto da chiedere al governo di liberare dalla zona arancione le sue province dove, a suo dire, i contagi erano talmente bassi da non giustificare alcuna stretta.
Leggi anche
“Il Ddl Sicurezza viola i diritti”: altolà del Consiglio d’Europa
20/12/2024 22:50
Open Arms, Salvini assolto perché il fatto non sussiste
20/12/2024 19:43
Ponte sullo Stretto, ricorso al Tar delle associazioni ambientaliste
20/12/2024 17:01