Disorganizzazione, uno staff fin troppo corposo e il ricorso a consulenze ritenute troppo care. Arriva dalla relazione della Corte dei Conti, lunga ben 331 pagine (qui il documento), la pesante bocciatura di Aria spa, la centrale appalti della Regione Lombardia fortemente voluta dal governatore leghista Attilio Fontana.
Nel documento si legge che “l’istruttoria ha mostrato uno scarto significativo tra il modello organizzativo adottato da Aria e le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili, rilevando altresì criticità relative ad una molteplicità di discipline contrattuali, all’incremento del personale attribuito agli uffici di staff, al mancato rispetto del principio di onnicomprensività del trattamento economico dirigenziale, all’affidamento di incarichi esterni per servizi legali, e al ricorso eccessivo alle consulenze”.
Parole che non risparmiano il Pirellone con la Regione “in veste di principale committente di Aria, dovrebbe acquisire dalla società, all’atto di ogni affidamento, la curva del carico di lavoro in corso e la dimostrazione dell’impatto che il nuovo lavoro può avere sulle unità operative, al fine di accertare la reale capacità della società di svolgere la commessa, senza creare danni o ritardi ai progetti avviati”.
A preoccupare è soprattutto il fatto che “a fronte di una media degli acquisti programmati tramite Aria Spa prossima al 70% del totale, l’istruttoria sui dati di bilancio ha rivelato che gli acquisti effettivi tramite il canale centralizzato non superano il 36%, con una documentata significativa differenziazione di comportamento tra enti. La quota residuale è gestita in maniera frammentaria ed autonoma, con possibili diseconomicità ed inefficienze”.
Inoltre emerge che “la debolezza dell’attività di programmazione da parte del sistema Regione-Aria-enti del servizio sanitario regionale è confermata anche dagli investimenti, a cui è dedicato solo l’1% del fondo sanitario”. Criticità che il presidente Fontana e l’amministratore unico della partecipata Aria, Lorenzo Gubian, hanno assicurato che “verranno risolte nel prossimo futuro”. A non crederci è il senatore di M5S, Danilo Toninelli, che attacca: “Anche oggi noi lombardi dobbiamo assistere agli ennesimi disastri di Fontana e la sua Giunta” con “la bocciatura della Corte dei Conti del ‘sistema Aria’, la società partecipata tanto voluta da Fontana e dall’assessore leghista al bilancio Caparini”.
Parole a cui hanno fatto seguito quelle del consigliere regionale lombardo di M5S, Marco Degli Angeli, secondo cui la relazione della Corte “non lascia spazio ad interpretazioni. Aria va liquidata il prima possibile” perché “costa tanto e non serve a nulla”.
LA DIFESA DELL’AZIENDA. A commentare il rapporto della Corte è stata la centrale appalti della Lombardia. “Aria ritiene che non si possa assolutamente parlare di sbilanciamento nel modello organizzativo”, si legge nel testo in cui viene sottolineato che “l’attuale direzione centrale acquisti di Aria è composta dalle medesime risorse che componevano la struttura gare della incorporata Arca (Azienda Regionale Centrale Acquisti)”.
Le risorse facenti parte delle altre strutture di Arca, prosegue l’azienda, “sono state ridistribuite, coerentemente al ruolo di provenienza e di competenza”. L’azienda poi fa notare che dal momento della propria creazione c’è stata una diminuzione nello staff in quanto “la sommatoria delle strutture delle due società incorporate era di 86 risorse al giugno 2019” ma “per effetto di riallocazione e turn over il numero è sceso, al luglio 2019, a 59 risorse”.