L’Ocse conferma quello che ieri al Forum Ambrosetti era stato anticipato dal ministro dell’Economia Daniele Franco: non solo il Pil italiano può crescere oltre il 5%, ma può tornare ai livelli pre-pandemia già nella prima metà del prossimo anno. In particolare, l’Organizzazione mondiale con sede a Parigi ha alzato le stime sull’economia italiana portandole dal 4,5% al 5,9% confermando in pieno le stime fornite dal ministro Franco che, nel corso della conferenza stampa ha espresso l’auspicio che alla fine potrebbe anche essere migliore. Nel 2022 l’Ocse prevede invece una limatura al +4,1% a fronte del +4,4% precedente. Migliorano anche le stime sul rapporto tra debito/Pil, ora visto al 158,6%, e del rapporto fra il deficit e il Pil che quest’anno sarà pari al 10,6% e il prossimo scenderà a 5,7%. La congiuntura è in miglioramento, avverte l’Ocse, ma non è il momento per ridurre il sostegno fiscale: “La politica fiscale dovrebbe continuare a sostenere le famiglie e le imprese fino a quando la ripresa non sarà consolidata”. Altrimenti c’è il rischio di mandare in bancarotta imprese che senza la pandemia sarebbero state profittevoli.
Insomma bisogna rimettere in salute il tessuto aziendale del Paese. A indebolirlo non è stato solo il virus ma anche la lentezza della pubblica amministrazione e la perdita di capitale umano che ha lasciato il Paese attratto da condizioni di lavoro più favorevoli all’estero. “Nascono poche imprese e, una volta create, crescono troppo lentamente”, avverte l’Ocse. Da un lato, “il livello di competenze è basso e l’emigrazione è notevole”, dall’altro “le lunghe controversie giudiziarie, gli iter di approvazione degli investimenti e altri processi commerciali, uniti all’incertezza normativa in aree critiche, riducono gli investimenti”. Ora c’è l’occasione del Recovery Fund. La burocrazia non deve rallentare la messa a terra dei finanziamenti europei: “Il Pnrr delinea una serie di riforme strutturali volte a rimuovere gli ostacoli alla crescita e agevolare il finanziamento degli investimenti”. Una su tutte, la riforma della pubblica amministrazione: serve “un’azione immediata volta a rendere la Pa più efficace”, a partire dalla “revisione degli stanziamenti di bilancio e dei regolamenti sulla base dei risultati conseguiti”, fino ad arrivare alla formazione di “una forza lavoro pubblica più efficiente”, ha spiegato l’Ocse.
In tema di previdenza sociale ha lanciato alcuni ammonimenti. In particolare ha chiesto l’abolizione di Quota 100 e la modifica del Reddito di Cittadinanza. Vale a dire le due bandiere del governo gialloverde. Sul sussidio voluto dai grillini l’Ocse ha spiegato che “il numero di beneficiari che di fatto hanno trovato impiego è scarso”. Per questo bisogna “ridurre e assottigliare il Reddito di Cittadinanza per incoraggiare i beneficiari a cercare lavoro nell’economia normale e introdurre un sussidio per i lavoratori a basso reddito”. Sull’abolizione di Quota 100 il ministro Franco è stato molto prudente. Ha annunciato che è allo studio una soluzione: “Non posso dire qual e’ il programma, ma ho fiducia nel fatto che troveremo giusto equilibrio con il supporto di tutti i membri del Governo”.