“Non è la strategia da attuare con i numeri odierni. C’è qualche area del Paese che rischia di finire in zona gialla, ma la zona gialla non prevede grosse restrizioni, quindi al momento non vi è motivo di fare restrizioni per i non vaccinati, cosa che eventualmente può essere valutata se qualche territorio dovesse passare in arancione”. È quanto ha detto a Radio Cusano Campus il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, commentando la proposta di alcune Regioni di attuare un lockdown per i non vaccinati.
“Va tenuta sul tavolo, come tante altre opzioni – ha aggiunto Sileri -, e si valuta di settimana in settimana a seconda dell’evoluzione dei numeri. In una guerra contro un virus mutevole come questo le opzioni devono essere tenute tutte sul tavolo e devi essere in grado di mutuare le soluzioni essendo elastico. Credo che sicuramente servano degli aggiustamenti, però quello che viene fatto è sicuramente compatibile con l’andamento della curva epidemiologica. E’ innegabile che abbiamo una situazione sotto controllo che deve essere monitorata, come tale piccoli aggiornamenti possono essere fatti in itinere”.
“Dobbiamo concentrarci – ha detto ancora il sottosegretario alla Salute – sullo spingere le persone a fare la prima dose, chi non l’ha fatta, e gli altri la terza dose. La scienza oggi ci mostra che i vaccini funzionano e funzionano molto bene, ma che questa immunità tende a ridursi nel corso del tempo, che è quello che accade anche per tantissimi altri vaccini. Il vaccino dunque merita un richiamo, con la dose aggiuntiva richiami il sistema immunitario alla guerra contro il coronavirus, avendo poi un’immunità più forte e verosimilmente anche più duratura, quanto sarà duratura lo scopriremo nel corso dei prossimi mesi. Con questo virus siamo tutti alunni, la scienza ha trovato risposte molto rapidamente e procede così la guerra contro il coronavirus. Non è un modo per dire che il vaccino non funziona, le regioni d’Italia che hanno più vaccinazioni hanno meno terapie intensive occupate”.
“Vedo oggettivi limiti costituzionali” nell’imporre un lockdown ai non vaccinati, ha detto, invece, al Corriere il governatore del Veneto Luca Zaia. “Dovremmo investire di più sul dialogo convincendo gli irriducibili a vaccinarsi. Comunque, ogni decisione la prenderemo assieme, fra governatori”.
E sul fronte dei contagi non arrivano numeri confortanti dall’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe. Aumento, infatti, i nuovi casi (54.370 vs 41.091) ma anche i decessi (402 vs 330). In salita anche i casi attualmente positivi (123.396 vs 100.205), il numero delle persone in isolamento domiciliare (118.945 vs 96.348), dei ricoveri con sintomi (3.970 vs 3.436) e delle terapie intensive (481 vs 421).
“Per la quarta settimana consecutiva – dichiara Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe – si conferma a livello nazionale un incremento dei nuovi casi settimanali (+32,3%) come documenta anche la media mobile a 7 giorni, che in un mese è triplicata: da 2.456 il 15 ottobre a 7.767 il 16 novembre. Di fronte a questi numeri è inaccettabile che gli amministratori non abbiano introdotto restrizioni locali, seppur impopolari, accettando il rischio che la diffusione del contagio trascini l’intera Regione in zona gialla”.