Godo da matti nel vedere gli imbelli leader europei che si sentono perduti perché la guerra in Ucraina sta per finire. Rido, ma so che pagheremo cara la loro incapacità.
Ulisse Fazzini
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Gentile lettore, la capisco benissimo.La situazione ricorda quel film comico-amaro di Alberto Sordi intitolato “Finché c’è guerra, c’è speranza”, in cui viene smascherata l’ipocrisia moralista della famiglia del protagonista, un mercante di armi. È la stessa ipocrisia dei capi europei, che ci hanno raccontato per tre anni che il regime più corrotto d’Europa e le sue Brigate Azov con la svastica combattevano per difendere “la democrazia europea”, che Putin era un macellaio e l’America era il faro della libertà. Ora,per una nemesi storica, l’America è venuta in Europa e ha assestato ceffoni a tutti. Prima il vicepresidente Vance, che ha rifiutato l’incontro con Sholz e ha denunciato le restrizioni alla libertà di parola in Europa, accusando i vari governi di aver instaurato un regime di pensiero unico. Poi il Segretario alla Difesa Hegseth, che alla conferenza di Monaco ha detto senza giri di parole che l’Ucraina non tornerà ai confini pre-2014 e non potrà entrare nella Nato “perché la sua domanda di adesione è stata il motivo che ha provocato la guerra”. A quel punto si sono fatte pressanti le insistenze degli europei perché l’Ue sia presente al tavolo del negoziato di pace. È chiaro che gli europei hanno il solo scopo di influenzare o sabotare il negoziato. A quel punto Hegseth ha pronunciato una frase che rimarrà leggendaria: “Signori, non pensiate che lo Zio Sam sia lo Zio Fesso”. Da una settimana sto ridendo.