Lo Stato torna a non pagare

di Sergio Patti

Anche in questi tempi di crisi, nell’assemblea nazionale della Cna, ieri a Roma, c’era palpabile tutta la forza degli artigiani e delle piccole imprese. Una convention all’altezza dei grandi congressi del passato di Confindustria e Confcommercio. Proprio mentre queste ultime associazioni perdono smalto e iscritti, la confederazione artigiana appena lasciata da Ivan Malavasi al nuovo presidente Daniele Vaccarino cresce e mette sul fiato del governo il disagio di migliaia di imprenditori tartassati, oppressi dalla burocrazia e abbandonati dalle banche. La situazione d’altronde è drammatica, come avvisa subito lo stesso Malavasi. Il bilancio complessivo degli ultimi cinque anni si misura con tre numeri pesantissimi: il Pil ha perso il 9%, la produzione della manifattura il 25% e le costruzioni il 38%. Dal 2008 inoltre i consumi si sono ridotti del 7,4%, e la disoccupazione è raddoppiata arrivando a superare il 12% e un milione e 700mila famiglie, circa il 7% del totale, versa in condizioni di poverta’’.

Politica assente
Questi i numeri della crisi che Malavasi ha voluto sottolineare, spiegando che anche le imprese artigiane ne hanno risentito: il loro numero – ha spiegato – è tornato indietro di 10 anni: oggi sono poco più di un milione 400mila. Il saldo tra le chiusure e le aperture rispetto al 2008 registra un calo di 83mila unità che corrispondono a circa 220mila posti di lavoro persi. Come se nel panorama produttivo nazionale fossero scomparse l’Eni, la Fiat e le Ferrovie dello Stato. Alle istituzioni Malavasi rimprovera di non aver saputo rispondere con una legge elettorale in grado di restituire agli elettori la possibilità di scegliere da chi essere rappresentati e consentire governi stabili. La politica non ha saputo ridisegnare l’architettura nazionale del Paese per ridurre veramente i troppi livelli di Governo superare l’attuale bicameralismo che ha oramai perso la sua ragion d’essere, ridurre il numero dei parlamentari, ridurre i costi della politica e ricucire così le fibre del rapporto tra cittadini e Stato e restituire credibilità alle istituzioni. Riguardo alla necessità di semplificazioni, il presidente del Cna ha sottolineato che dietro un provvedimento volto a ridurre il peso della burocrazia oggi se ne ritrovano due che la complicano. Inoltre si sta riaffacciando il fenomeno dei ritardi nei pagmenti delle pubbliche amnministrazioni.

L’emergenza è il lavoro
Ma su questo punto, perlomeno, il governo ha battuto un colpo. “Nel 2014 vogliamo accelerare ancora sui pagamenti”, ha affermato il ministro dello Sviluppo economico Falvio Zanonato. Al 29 novembre sono stati pagati 16 miliardi di euro ma ci sono risorse per 24 miliardi, ha precisato il ministro. La vera emergenza però è il lavoro. “Tre milioni di persone hanno perso il lavoro e sono 7 milioni coloro che sono in una situazione di disagio occupazionale”, ha detto Zanonato agli artigiani della Cna. “Come Governo – ha aggiunto – dobbiamo, rispetto a questa emergenza sociale, dare nuove opportunità ai giovani per restituire la speranza”. Il ministro ha poi cercato di tranquillizzare il mondo economico: con le privatizzazioni, che avverranno per scaglioni, lo Stato non perderà il controllo degli asset. E le risorse – tra 10 e 14 miliardi – andranno “tutte per la riduzione del debito”.