di Stefano Sansonetti
Un pranzo da leccarsi i baffi. Per carità, quando si tratta di dar da mangiare alla mastodontica pubblica amministrazione italiana è logico aspettarsi cifre di una certa consistenza. Ciò non toglie che fa un certo effetto trovarsi di fronte alla prospettiva di uno Stato che, per sedersi a tavola, è disposto a pagare un conto da 2,4 miliardi di euro. Soprattutto se, almeno a stare al recente passato, il beneficiario degli assegni staccati dagli uffici pubblici italiani è quasi sempre la società Marr, che fa capo al gruppo Cremonini guidato dall’amministratore delegato Vincenzo Cremonini. Diciamo subito che i 2,4 miliardi in questione spuntano fuori da un maxibando di gara predisposto dalla Consip, la società del Tesoro che si occupa di approvvigionamento di beni e servizi per lo Stato. Stavolta la questione è piuttosto complessa, perché c’è in ballo la costituzione di quello che tecnicamente si chiama “Sistema dinamico d’acquisto della pubblica amministrazione per la fornitura di derrate alimentari”. Questo sistema, calcola la società del dicastero del Tesoro guidato da Fabrizio Saccomanni, “ha un valore complessivo presunto di circa 2,4 miliardi di euro”, in pratica la cifra che, in base alle stime di fabbisogno, potrebbe corrispondere a tutta una serie di gare che le pubbliche amministrazioni riterranno opportuno attivare per nutrirsi nell’arco di 36 mesi, eventualmente rinnovabili di ulteriori 12. Oggetto del superbando sono due categorie merceologiche: da una parte prodotti alimentari, freschi o trasformati, necessari per la preparazione e somministrazione dei pasti nelle strutture della Pa; dall’altra prodotti complementari, necessari per l’allestimento del servizio mensa e la somministrazione dei pasti. Naturalmente l’intervento della Consip, al di là della consistenza della cifra in gioco, consentirà allo Stato di spuntare consistenti risparmi. Piuttosto viene la curiosità di chiedersi come finirà in questa circostanza. Nelle precedenti edizioni delle gare pubbliche indette dalla Consip per la fornitura di derrate alimentari, che però non seguivano l’attuale schema del “Sistema dinamico d’acquisto”, risulta averla fatta sempre da padrona la società Marr, che fa capo al gruppo Cermonini. Nel 2008, per esempio, la Marr si aggiudicò 5 lotti sui 6 messi in palio. Nel 2011 la società incamerò ben 9 lotti si 11. Nel 2012, infine, il suo bottino fu di 8 lotti su 11. Insomma, difficile negare che il gruppo Cremonini, certamente in virtù delle sue offerte concorrenziali, abbia fatto man bassa di una serie di appalti che hanno lasciato le briciole a tutti gli altri operatori. Chissà cosa accadrà adesso che in palio ci sono addirittura 2,4 miliardi di euro nei prossimi 3-4 anni.