Putin in visita a Kim Jong-un ha firmato un patto militare. Cosa significa? Se la Corea del Nord fosse aggredita, Mosca interverrebbe a sua difesa?
Nicola Misteri
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Gentile lettore, sì, di fatto è così. Due anni fa scrissi che la Russia avrebbe stretto con Paesi amici patti speculari al Trattato Nato. Era uno sviluppo ovvio, una reazione uguale e contraria in un mondo in cui l’America pretende di essere il dominus del globo. Quella logica e facile previsione comincia ora a prendere corpo e non si fermerà alla Corea. Ci sono decine di Paesi bisognosi d’un fratello maggiore (leggasi Superpotenza) con una clausola speculare all’art. 5 Nato, che impegna gli Stati contraenti ad intervenire a difesa d’un eventuale “socio” aggredito. I prossimi “clienti” di Mosca potrebbero essere Cuba, Venezuela, Siria, Iran, Iraq, Arabia Saudita, Emirati. Il patto sarà tombale quando includerà anche la Cina, che ora, senza l’alleanza russa, è vulnerabile. A quel punto l’Occidente cesserà di “esportare democrazia” cioè bombardare chiunque a piacere, e altrettanto farà Israele. Un’annotazione: poiché la Corea del Nord è un satellite cinese, la Russia non può aver firmato il patto con Kim senza l’assenso di Pechino. L’America lo sa benissimo – non sono stupidi a Washington – e capisce che il patto coreano è la tacita, velata risposta cinese all’escalation di minacce Usa in campo commerciale (vedi dazi e sanzioni) che preludono a un’aggressione militare. Come ho scritto altre volte, l’alleanza Russia-Cina è una questione di vita o di morte per entrambe: simul stabunt vel simul cadent, insieme staranno o insieme cadranno.
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