Lo schiaffo dell’Ue al governo: sull’automotive non si torna indietro

La Commissione Ue chiude le porte alla richiesta di revisione del Green deal nel settore automotive avanzata dall'Italia.

Lo schiaffo dell’Ue al governo: sull’automotive non si torna indietro

Non si torna indietro. Dal neo-commissario europeo al Clima, Wopke Hoekstra, arriva una chiusura rispetto alle richieste italiane di rivedere i target del 2035 per il settore dell’automotive. “Penso che ci sia un futuro luminoso per i biocarburanti, ne abbiamo bisogno di più, ma non possiamo riaprire gli impegni presi” su “come procedere nell’automotive”, afferma il commissario durante la sua audizione di conferma. Che si è chiusa con il via libera alla sua nomina nell’esecutivo Ue.

Hoekstra risponde proprio a una richiesta che arriva dall’Italia, con la domanda posta dall’eurodeputata della Lega, Silvia Sardone. Sull’automotive, per il commissario, non si può tornare indietro. Nonostante le richieste del ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, che vorrebbe rivedere il piano europeo che prevede il passaggio all’elettrico entro il 2035.

Lo schiaffo dell’Ue al governo sull’automotive

D’altronde, come spiega Hoekstra, “il primo pilastro per l’automotive è la prevedibilità”, tanto che molti ceo delle case automobilistiche avrebbero detto “che possono raggiungere gli obiettivi e l’elettrificazione, ma hanno bisogno di investimenti nelle colonnine”. “Sono meno sicuro che cambiare i target salverà” il settore, afferma, spiegando che è invece necessario “concentrarsi sull’elettrificazione”.

Senza un’apertura per gli e-fuel, almeno per la filiera dell’auto, ma solo per altri settori: “La realtà è che i biocarburanti non possono far parte del mix”. Un’altra bocciatura alle richieste italiane. Sul fronte interno, però, Urso non si rassegna: “In queste ore sono impegnato con i miei colleghi europei affinché sia possibile presentare un documento sull’automotive” con un largo consenso.

Con l’obiettivo di “cambiare la politica industriale nel settore dell’auto”. Nonostante il chiaro No di Hoekstra. Che porta il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, a parlare di “dichiarazioni francamente incomprensibili” del neo-commissario. D’altronde, come sottolinea l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Gaetano Pedullà, “Hoekstra ha confermato gli obiettivi del Green deal sull’automotive che si svolgeranno come previsto nel 2026”.

E intanto in Italia si taglia

Lo stesso Urso, intanto, rivendica la scelta di tagliare in Italia il fondo per l’automotive, sostenendo che gli incentivi “destinati all’acquisto non hanno avuto effetti positivi sulla produzione”. Bisogna puntare su altro, perché per il ministro “è finito il tempo dei bonus”.

Sul caso interviene anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in audizione alla Camera sulla manovra: “Noi non tagliamo i fondi alle imprese che vogliono riconvertire, tagliamo i fondi per le rottamazioni e incentivi all’acquisto di auto elettriche prodotte in Cina o altri paesi. Questo sì, questi 700 milioni non li ritroverete più dal 2025 in avanti”. Insomma, la linea opposta a quella europea che vuole puntare sul rinnovamento del parco auto con veicoli meno inquinanti, mentre l’Italia taglia gli incentivi alla rottamazione e all’acquisto.