Il rischio per l’Italia di non riuscire a spendere i soldi del Pnrr è altissimo. Lo dimostra anche l’incapacità cronica del nostro Paese a utilizzare i fondi che arrivano dall’Europa. Il Belpaese arranca infatti nella spesa dei fondi strutturali della politica di coesione Ue e si ritrova in penultima posizione nella classifica europea. Peggio di noi solo la Spagna, che si è fermata a quota 57%, contro una media europea del 76%. È quanto emerge dall’analisi dei dati pubblicati sul portale Cohesion Data della Commissione europea, che coprono l’andamento delle allocazioni della programmazione 2014-2020.
Italia sciupona coi fondi Ue: il rischio di non riuscire a spendere i soldi del Pnrr è sempre più alto
La sfida è ora quella di spendere e rendicontare tutte le risorse ancora disponibili – oltre un terzo del totale – entro la fine dell’anno. In dettaglio, il nostro Paese, alla fine di dicembre 2022, ha speso solo il 62% della somma totale di tutte le risorse provenienti in particolare da Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (Fesr), Fondo Sociale Europeo (Fse) e il relativo cofinanziamento nazionale. Si tratta, nel complesso, di circa 64,9 miliardi di euro. Una cifra che comprende anche l’integrazione, arrivata in seguito alla crisi Covid, di oltre 14 miliardi di euro provenienti dal React-Eu, uno stanziamento che per molti è in questo frangente il principale responsabile dei ritardi accumulati.
Le risorse né spese né rendicontate entro il 31 dicembre 2023 rischiano ora di essere disimpegnate, cioè perse. Anche perché ad aggiungere pressione alla pubblica amministrazione e agli enti regionali e territoriali ci saranno, oltre alle risorse 2014-2020, non solo quelle del Pnrr ma anche quelle della programmazione 2021-2027, che vale 75 miliardi di euro.