Da quelle parti l’inverno ha portato la neve e la diga di Ridracoli tracima. Ma è una falsa buona notizia perché quell’immagine “è null’altro che quella di un’oasi in un Nord Italia ormai caratterizzato da un andamento pluviometrico mediorientale”. Lo scrive nel suo report settimanale l’Osservatorio Anbi (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue) sulle risorse idriche che restituisce l’immagine di un’Italia nella morsa della siccità nonostante l’inverno e la carenza d’acqua rischia di diventare drammatica con l’arrivo del caldo primaverile e poi estivo: in Piemonte, a febbraio, il deficit pluviometrico è stato dell’87,3%, superando il 90% nei bacini dei fiumi Ticino, Toce, Agogna-Terdoppio, Orba, Residuo Po-confluenza Tanaro, Dora Baltea fino a toccare il 98,6% nell’area dello Scrivia Curone (!).
L’ultimo rapporto dell’Anbi restituisce l’immagine di un’Italia nella morsa della siccità. La carenza d’acqua rischia di diventare drammatica con l’arrivo del caldo
La poca neve in quota (i bacini più deficitari sono quelli di Ticino e Toce, abbondantemente sotto media), non potrà, nemmeno nel prossimo futuro, offrire un sufficiente ristoro agli invasi regionali, che ad oggi trattengono solamente 90 milioni di metri cubi d’acqua, pari al 23% della capacità. Grave è la condizione dei corsi d’acqua, che restano ben al di sotto delle portate del 2022, nonostante un leggerissimo miglioramento dovuto probabilmente agli apporti dello scioglimento nivale: il Po tocca -73% sulla media storica, il Tanaro è a -74% sulla portata media di Marzo, la Stura di Lanzo è -53% sulla media; in ulteriore calo sono Pesio e Stura di Demonte, ma soprattutto Sesia (quasi – 90% sulla media di marzo) e Toce (-70% ca.)
Il bollettino idrologico della Valle d’Aosta certifica che sulla regione sono piovuti mediamente meno di 5 millimetri in Febbraio, cioè un valore inferiore all’anno scorso (mm.10). La neve caduta è stata mezzo metro inferiore alla media ed in alcune stazioni si sono registrati valori inferiori al minimo storico e l’indice SWE (Snow Water Equivalent) è dimezzato, così come la portata della Dora Baltea. Le temperature medie nel mese scorso sono state fino a 4 gradi sopra la media del decennio, le massime hanno toccato i 23 gradi e, nella seconda quindicina, lo zero termico si è registrato addirittura sopra i 3000 metri! (fonte: Centro Funzionale Protezione Civile Val d’Aosta).
L’inizio di Marzo è stato caratterizzato da piogge assenti o inconsistenti e da scarse precipitazioni nevose
Anche l’inizio di Marzo è stato caratterizzato da piogge assenti o inconsistenti e da scarse precipitazioni nevose sulla fascia occidentale della regione, mentre una lieve crescita del manto nevoso si registra sulla fascia centrale e, in minima parte, su quella orientale. Anche in Lombardia le riserve idriche sono inferiori a quelle del 2022 (-13,55% e -60% ca. sulla media storica): il dato più preoccupante riguarda la neve (circa il 13% in meno rispetto all’anno scorso e circa il 70% sotto la media storica), che a causa delle alte temperature sta velocemente sciogliendosi (-15% rispetto alla settimana scorsa); sconcertante è osservare l’anticipo rispetto al gravemente siccitoso 2022, quando l’esaurimento nivale in quota si registrò a maggio (fonte: Arpa Lombardia).
Situazione difficile anche al Nord dove l’andamento delle piogge è ormai a livelli mediorientali
Continua a destare profonda preoccupazione la condizione delle risorse idriche in Veneto: nel mese da poco concluso, infatti, sulla regione sono piovuti mediamente 3 millimetri d’acqua, quando la media sarebbe di mm. 60 (-96%)! Su tutti i bacini, il deficit mensile supera il 90% con i massimi toccati in quelli di Po, Lemene e Tagliamento (-98%). Sull’Alto Piave, la seconda metà di febbraio è stata la più siccitosa degli scorsi 30 anni, mentre su Livenza-Lemene-Tagliamento peggio è stato solo nel 2006-2007. Il dato negativo di febbraio fa aumentare anche il deficit pluviometrico sull’anno idrologico, che ora tocca -31%.
La temperatura media di febbraio è stata di 2,6 gradi superiore alla media
La temperatura media di febbraio è stata di 2,6 gradi superiore alla media ma, nella seconda metà del mese, lo scarto è stato di +8° (dopo il 1998 è il record da 43 anni); le alte temperature hanno conseguentemente causato la fusione dello scarso manto nevoso (dal 1° ottobre, il deficit nivale è del 32% sulle Dolomiti e del 20% sulle Prealpi. “L’imminente ed ormai difficilmente evitabile esplodere della crisi idrica nel Nord Italia evidenzia l’urgente necessità che il Governo individui un’autorità con la potestà di dirimere inevitabili contrapposizioni fra interessi, rispettando le normative di legge” sollecita Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue.
Mentre la situazione nel Centro e nel Sud appare migliore secondo Vincenzi “l diversificazione di situazioni, che si stanno registrando lungo la Penisola, pone d’attualità la necessità di realizzare infrastrutture idriche per trasportare l’acqua da un territorio all’altro, superando anche antistoriche contrapposizioni, ma privilegiando l’interesse generale”. L’inverno 2022-2023 è stato mediamente più caldo del normale, “anche in modo considerevole”.
L’inverno 2022-2023 si piazza quinto tra i più caldi dal 1800 ad oggi
Secondo infatti i dati Isac-Cnr a livello nazionale, considerando il trimestre dicembre-gennaio-febbraio, la temperatura complessiva è risultata di 1,21 gradi sopra la media trentennale 1991-2020. L’inverno 2022-2023 si piazza quinto tra i più caldi dal 1800 ad oggi. A questo punto la domanda è semplice: oltre a opporsi alla transizione ecologica dalle parti del governo c’è qualcuno che ha idea di ciò che sta accadendo? E, soprattutto, quale sarebbe il piano per contribuire alla salute dei nostri fiumi?