È in discussione alla Camera il Ddl spazio. Emma Pavanelli, deputata del Movimento Cinque Stelle, quali sono i punti salienti del provvedimento?
“Gli aspetti più significativi di questo provvedimento riguardano il possibile ingresso di multinazionali straniere nel settore satellitare con i conseguenti rischi per la sovranità tecnologica, la sicurezza nazionale e per le imprese italiane. Si tratta di una legge che, se approvata, non darà alcuna tutela agli interessi nazionali, piuttosto aprirà la strada a una svendita della nostra rete”.
Voi avevate presentato una pregiudiziale di merito al testo.
“La pregiudiziale di merito presentata dal M5S si fonda su diversi punti. In primo luogo l’esautorazione del Parlamento: i nostri emendamenti non li hanno neppure letti. A seguire la svendita della sovranità tecnologica, perché il disegno di legge non offre alcuna tutela alle imprese italiane né prevede investimenti concreti nel settore aerospaziale nazionale. Favorendo, al contrario, l’ingresso di multinazionali straniere, in particolare Starlink. Con enormi rischi sui dati sensibili del Paese. Infine il provvedimento, lungi dal sostenere l’industria italiana, consente che le risorse provenienti dal PNRR finiscano a finanziare infrastrutture straniere. Assurdo”.
Perché questo provvedimento vi preoccupa tanto?
“Perché è una grave minaccia per la sovranità tecnologica e industriale del nostro Paese e penalizza circa 2.500 PMI italiane del settore della fibra ottica e le aziende di telefonia mobile. A tutto questo si aggiunge il rischio per la sicurezza nazionale: affidarci a un soggetto privato che risponde agli interessi di un altro governo ci espone a pressioni e ricatti geopolitici, come abbiamo già visto in Ucraina con il caso Starlink. E la cosa più grave è che si è deciso tutto senza un vero confronto parlamentare”.
È vero che apre le porte a Starlink di Elon Musk?
“Sì, basta leggere l’articolo 25 che facilita l’ingresso di operatori esteri nel settore satellitare senza adeguate tutele per le imprese italiane. Il ministro Urso prova a rassicurare dicendo che questa legge serve alle imprese italiane. Ma il suo collega Crosetto lo sbugiarda, dicendo che l’Italia dovrà comunque affidarsi a Starlink perché le alternative europee non saranno pronte prima del 2030”.
E se sì, perché l’uomo di Musk in Italia, Andrea Stroppa, aveva criticato anche FdI?
“Andrea Stroppa, l’uomo di Musk in Italia, aveva criticato Fratelli d’Italia perché, secondo lui, l’approvazione di un emendamento del PD sanciva un accordo più profondo tra i due partiti. Questa reazione, a nostro avviso, ci dà conferma di quanto abbiamo sempre sostenuto. Cioè che il ddl favorisce Musk. Che vuole tutto: persino decidere con quali partiti il governo italiano può o non può trovare occasionali sinergie”.
Quali sarebbero invece le misure da prendere sulla cyber-sicurezza?
“Il tema della cybersicurezza è quanto mai cruciale e delicato se si tiene conto di tutti i cyber attacchi che l’Italia sta subendo da settimane nei confronti delle proprie imprese e delle proprie istituzioni. E’ evidente che l’utilizzo dei satelliti di un soggetto privato potrebbe portare alla perdita di informazioni cruciali ponendo l’Italia in condizione di sudditanza o, ancora peggio, di ricattabilità. Con i nostri emendamenti abbiamo cercato di indirizzare gli investimenti verso reti satellitari nazionali o europee. E di mettere paletti precisi per la protezione di dati fondamentali quali quelli riguardanti le attività di indagine e quella di intelligence. A quanto pare, però, il governo dei patrioti di Meloni vuole un’Italia supina e ricattabile”.