Di Gaetano Pedullà
Senato fatale per i grandi condottieri. E per quelli che non hanno fatto ancora l’impero, ma si sentono grandi lo stesso, tanto da sognare di tirar fuori dalla palude un Paese come il nostro. Peccato che mentre sognano è la palude che inghiotte tutto, nuovo Cesare compreso. Cambiare Palazzo Madama si sta rivelando così una campagna suicida per Renzi, che contava di far presto (in prima lettura addirittura prima delle europee) ma invece ci sta perdendo mesi. Troppo tempo per un’Italia che ha ben altri problemi, soprattutto economici.
Così l’avvertimento del ministro del Tesoro Padoan suona come una beffa. Mentre i nostri senatori litigano e giocano al canguro ora è ufficiale: tra breve servirà una nuova manovra finanziaria. Sacrifici che si aggiungono ai vecchi e renderanno il clima generale ancora più recessivo. Si può tornare a crescere in questo modo? No, non si può. E vedere una classe politica che si arrocca sul Senato elettivo o no fa solo crescere la sfiducia in un Palazzo distante anni luce dai problemi veri.
I dati negativi sulla disoccupazione, sui consumi, sulla crescita sono ormai quotidiani. Cambiare il Senato in pochi giorni doveva essere un dovere morale dei nostri senatori – tutti – per mettere in condizione il Parlamento di affrontare subito dopo le più urgenti riforme economiche. E invece niente. Si fa melina su questioni di principio che possono essere anche fondamentali quando si ha la pancia piena. A chi sta affondando in questa Italia alla deriva invece tutto questo teatrino importa poco. E non ha tutti i torti.