Lo chiama il “contorno”, Matteo Salvini: neanche il tempo di chiudere l’accordo sulla candidatura a governatore in Campania di Stefano Caldoro che FI e Lega riprendono a litigare. Il contorno sarebbero i candidati consiglieri da inserire nelle liste di centrodestra, che il leader leghista vorrebbe “pulite” ovvero essenzialmente epurate da persone riconducibili ai Cesaro, cioè al senatore Luigi, e al figlio Armando, attuale capogruppo azzurro in Consiglio. “Liste di qualità” è dunque il nuovo leit motiv di Salvini e dei suoi colonnelli in territorio campano ma in realtà , fino a qualche giorno fa la parola chiave dietro la quale si trincerava per cambiare le carte in tavola era “rinnovamento”, e non si riferiva ai Cesaro ma allo stesso Caldoro: “Ho sempre sostenuto che Caldoro fosse una brava persona e tutti mi dicono sia stato un ottimo amministratore”, dice oggi, ma appena un paio di settimane fa affermava: “È una brava persona ma i campani che scelgono Lega chiedono il cambiamento”.
In ogni caso Matteo è stato categorico: “E’ impensabile che venga in Campania a fare campagna elettorale con un Cesaro di fianco. Sono il leader del primo partito e mi spettano oneri e onori”. Anche i suoi alleati hanno sottoscritto il patto per non candidare chi ha gravi problemi con la giustizia ma il diktat mette comunque in difficoltà lo stesso candidato a governatore, che ha sempre avuto nei Cesaro – che sul territorio hanno un peso elettorale notevole – degli sponsor importanti. Un rinnovamento della classe dirigente tout court è il concetto ribadito anche dal coordinatore della Lega in Campania, il canturino Nicola Molteni (nella foto), fedelissimo salviniano: “La Lega, prima forza politica del Paese, ha dato dimostrazione di grande generosità sbloccando lo stallo sulle candidature e che avrebbe danneggiato la coalizione.
L’obiettivo è dare un taglio al malgoverno della sinistra anche in Campania e costruire una classe dirigente di qualità, per confermare le buone ricette della Lega anche in questa splendida regione che merita grandi cose anziché i Mastella, i De Luca o qualche impresentabile che danneggia il centrodestra”. Le richieste dell’ex sottosegretario all’alleato forzista vanno però oltre alla semplice “rimozione” dei Cesaro, chiede anche che non siano loro a fare le liste di FI come accaduto per le regionali del 2015 e per i collegi campani alle politiche del 2018. Secca e immediata la replica di Domenico De Siano, coordinatore regionale campano di FI. “Il lombardo segretario regionale della Lega in Campania o è in mala fede o è male informato. Ci meraviglia, perché garantisti, che in fatto di impresentabilità sia così poco documentato sugli ex di FI che non ha esitato ad imbarcare nel suo partito in Campania, mentre con piglio giustizialista che non trova uguali neppure tra i grillini più sfegatati, finge di ignorare che dalle nostre parti, ma non dalle sue, non c’è neppure un condannato”.
“Ci chiediamo – aggiunge – perché Molteni non guardi con lo stesso approccio in casa sua e le gravi disavventure occorse in Calabria come in Sicilia dove alcuni suoi colleghi di partito sono finiti nelle maglie dell’antimafia, oppure in Lombardia, in Piemonte ed in tante altre regioni che vedono personalità di primo piano del carroccio compromessi in inchieste gravissime ed ancora al loro posto, malgrado qualche prima condanna”. A Caldoro non resta che provare a mediare ma, nonostante l’incontro “chiarificatore” dell’altra mattina, che ha tenuto a Roma con i coordinatori dei tre partiti della coalizione, resta sul tavolo il nodo della candidatura di Cesaro Jr. E non è un nodo da poco.