Alla fine l’hanno spuntata le Regioni. E insieme a loro la Lega. Il governo decide per la marcia indietro sul decreto per tagliare le liste d’attesa, accettando quanto chiesto dalla Conferenza delle Regioni sull’articolo 2 del provvedimento. Ieri è stato predisposto un emendamento proprio per rimediare al parere negativo delle Regioni – ricordiamo, a maggioranza di centrodestra – sui controlli statali.
Il decreto prevede invece la possibilità per il ministero della Salute di sanzionare le Asl in cui le attese sono considerate troppo lunghe. Norma che non piace alla Lega e non piace alle Regioni, che si sentono di fatto commissariate. Tanto da dare parere negativo e incassare ora la retromarcia del governo.
L’emendamento al decreto liste d’attesa
L’emendamento non è ancora stato predisposto, ma la Lega si è detta ottimista sulla riformulazione che seguirebbe le indicazioni del Carroccio e delle Regioni. Proprio con le Regioni, il governo avrebbe trovato un accordo: l’idea è quella di escludere le ispezioni e le sanzioni ministeriali alle Asl, creando invece un organo regionale responsabile per l’andamento delle liste d’attesa, secondo quanto spiega la Repubblica. Solo in caso di mancato funzionamento di questo organismo potrà invece intervenire il ministero.
All’attacco il Pd, che denuncia come il provvedimento sia “vuoto, inconcludente e senza risorse”. Come, peraltro, già denunciato al momento dell’annuncio di un provvedimento dal forte sapore elettorale, arrivato – senza mettere fondi a disposizione – subito prima del voto delle europee. Intanto è stato dichiarato inammissibile l’emendamento presentato dal leghista Claudio Borghi che puntava a eliminare l’obbligo per i vaccini pediatrici.