L’Isis ha rivendicato l’attentato della notte di Capodanno a Istanbul. Nella strage in Turchia sono state uccise 39 persone. Un sito vicino alla galassia dell’estremismo islamico ha parlato di “un eroico soldato del califfato” che ha colpito “il più famoso nightclub dove i cristiani stavano celebrando la loro festa apostatica”. Il solito linguaggio che non lascia scampo a dubbi ed ha escluso definitivamente la pista dei curdi.
Del resto i servizi segreti erano già in allerta per alcune segnalazioni di possibili attacchi terroristici. Secondo la stampa turca, la polizia e delle forze speciali, tra il 28 e il 31 dicembre, aveva portato a termine una serie di operazioni contro possibili estremisti legati all’Isis. Nel corso delle operazioni sono state catturate 63 persone. Tuttavia, gli 007 di Ankara non erano riusciti a individuare i possibili obiettivi.
Per il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, si tratta di un duro colpo. La sua strategia geopolitica diventa più complicata: per molti mesi è stato uno dei sostenitori sotterranei dei combattenti radicali in ottica anti-Assad. Dopo aver riallacciato i contatti con la Russia ha però voltato le spalle ai guerriglieri islamisti, trovandosi così il terrorismo in casa. La scia di sangue dello scorso anno è subito proseguito in una notte di festa, prendendo di mira un obiettivo simbolico. Il fronte jihadista interno non è da sottovalutare per il Sultano, che sta attuando una la massiccia epurazione post-colpo di Stato.
Le indagini – Proseguono le indagini e, da quanto si apprende, le autorità avrebbero identificato il responsabile dell’attentato in discoteca: si tratterebbe di un 25enne originario dello Xinjiang cinese, un jihadista uiguro come quelli impegnati a combattere in Siria con al-Nusra e Daesh. L’attentatore sarebbe arrivato in taxi nel quartiere di Zeytinburnu scendendo non vicinissimo alla discoteca ‘Reina’. Per poi fare una vera e propria strage. Ma i particolari da chiarire sono ancora tantissimi. Il terrorista si sarebbe poi cambiato in cucina per abbandonare il locale poco meno di quindici minuti dopo il massacro.