Probabilmente finirà che qualcuno dovrà chiamare Chi l’ha visto? Perché a conti fatti, al di là dei canonici annunci da cui traspare lo stile decisionista di scuola renziana, il Governo retto da Paolo Gentiloni, dal 12 dicembre (giorno del suo insediamento) ad oggi poco ha fatto. E a dirlo, almeno questa volta non sono “gufi” o “professoroni” come amabilmente viene definito chiunque osi criticare il “fare renziano”. No, perché a dirlo, nero su bianco, è nientepopodimenoche Palazzo Chigi. Ergo: la stessa presidenza del Consiglio. E i dati parlano chiaro: finora l’Esecutivo targato Gentiloni ha prodotto leggi che, per la loro applicazione concreta, richiedono la bellezza di 143 decreti attuativi. Bene, finora ne sono stati approvati otto. Il resto è carta, senza un concreto risvolto nel concreto. Fumo e nulla più.
Il report – Ma procediamo con calma. Sfogliando l’ultimo aggiornamento del dipartimento per il Programma di Governo (questo il nome dell’ufficio che si occupa del report), subito ci si rende conto che, rispetto ai passati dossier, gli ultimi appaiono meno chiari, più impliciti, tesi a mostrare un’efficacia di azione, puntualmente sbugiardata a una lettura più attenta. Perché se è vero che il dipartimento insista sulle 36 sedute del Consiglio dei ministri svolte da dicembre 2016, se si preme sul fatto che il cdm negli ultimi due mesi ha deliberato 18 provvedimenti legislativi (6 decreti-legge, 10 decreti legislativi e 2 disegni di legge), è proprio passando ai decreti attuativi che ne scopriamo delle belle.
Secondo quanto emerge dal report, i vari provvedimenti attuati dal Governo Gentiloni prevedono, per una loro reale applicazione, 266 decreti attuativi, che spetterebbero o alla stessa presidenza del Consiglio o al ministero di turno. Considerando che, recita sempre il report, solo il 37,9% di questi sono auto-applicativi (e dunque sono validi sin da subito), il 62,1% ha bisogno di un decreto ad hoc. Parliamo cioé di 143 decreti in totale. Come detto, però, solo otto ne sono stati approvati. Il 5,5% del necessario. Ma entriamo ancora più nel dettaglio. Per dire: la legge sugli interventi urgenti per il sisma prevede sei decreti, ma di questi solo uno risulta essere attuato. E ancora: il 25 maggio Palazzo Chigi ha approvato il decreto legislativo per frenare l’attività di riciclaggio e di finanziamento al terrorismo. Totale decreti attuativi richiesti: dieci; approvati: zero. Nulla anche per quanto riguarda la legge sulla revisione dei ruoli nella Polizia (19 decreti da adottare previsti) o quella sulla “Formazione e accesso nel ruolo di docente” (previsti 10 decreti).
Peggio che andar di notte se apriamo il capitolo Sud. Ricordate il Bonus cultura? La promessa è quella di ripetere la lodevole misura anche l’anno prossimo, ma manca ancora il decreto attuativo per rendere la promessa, realtà. Stesso dicasi per il progetto “Resto al Sud”: 1,25 miliardi per i giovani che decidono di investire nel Mezzogiorno ancora fermi per via di quel particolare chiamato “decreto attuativo”.
Il passato pesa – C’è poi, manco a dirlo, il lascito pesante degli Esecutivi precedenti a quello di Gentiloni. Anche qui i numeri sono da capogiro. Per dire: mancano ancora 23 decreti attuativi per la Legge di Stabilità 2015, approvata a fine 2014. Ma non c’è solo la “preziosa” eredità di Matteo Renzi. Tra i tanti decreti che ancora attendono una loro approvazione, ci sono anche quelli che sono stati previsti dai Governi di Mario Monti ed Enrico Letta: ancora si attende il via libera per 110 decreti, 46 risalenti alla stagione Letta, 64 a quella Monti. Qualcosa come 6 anni fa.
Tw: @CarmineGazzanni