L’interesse degli italiani per la politica è in picchiata. Lo denuncia uno studio dell’Univesità Cattolica con Ipsos

L'interesse degli italiani per la politica è in picchiata. Lo denuncia uno studio dell'Univesità Cattolica con Ipsos

L’interesse degli italiani per la politica è in picchiata. Lo denuncia uno studio dell’Univesità Cattolica con Ipsos

Come emerge dopo ogni tornata elettorale, l’interesse degli italiani per la politica è sempre più in picchiata. Stando all’ultima rilevazione del centro di Polidemos-Ipsos, frutto della partnership creata tra il Centro di ricerca sulla democrazia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e la società di indagini di mercato e sondaggi di opinione, tutti gli indicatori segnalano una crescita dello scetticismo e della disaffezione.

C’è un aspetto, però, su cui la maggioranza delle italiane e degli italiani si trova concorde, pur in un contesto di cambiamenti di rotta spettacolari, a cominciare dagli Stati Uniti di Donald Trump: la necessità di agire per mitigare il cambiamento climatico riducendo le attività inquinanti. Per esempio, il 62% è per un’ulteriore riduzione degli spazi dove è consentito fumare e ben il 73% è per una limitazione del consumo di suolo.

L’interesse degli italiani per la politica è in picchiata. Lo denuncia uno studio dell’Univesità Cattolica con Ipsos

Il report mette in evidenza che non è un buon periodo per la democrazia. Il senso di vera e propria “inutilità” della politica rispetto alle grandi dinamiche economiche globali, la percezione dell’inconsistenza della classe politica e della sua distanza dalla gente comune, la sfiducia anche verso il sistema mediatico, e la più generale percezione di un declino della nostra società: sono tutte tendenze che si consolidano e rafforzano, con ampie e crescenti maggioranze di italiani ormai schierate sul versante pessimista del sentiment.

Ciononostante, le italiane e gli italiani non sono alla ricerca di un’alternativa: è la convinzione del 68% del campione, mentre solo il 31% pensa sia preferibile una maggiore concentrazione di poteri in un’unica figura di vertice. I dati analizzati nel dettaglio, infatti, chiariscono un aspetto che fino ad oggi appariva equivoco relativamente alle possibili alternative al sistema democratico.

Come spiega Andrea Scavo: “In questa indagine abbiamo voluto approfondire il tema e capire cosa implicasse la convinzione che ‘la democrazia oramai funziona male, è ora di cercare un modo diverso per governare l’Italia’. Abbiamo scoperto che il ‘modo diverso’ per la maggioranza degli italiani – fortunatamente! – corrisponde a un sistema maggiormente democratico, con il rafforzamento della partecipazione dei cittadini e degli strumenti di democrazia diretta”.ione locale e quella internazionale.