Italiani popolo di risparmiatori, si diceva una volta. Non più ormai, con il livello dei risparmi degli italiani ormai stabilmente al di sotto dei livelli pre-Covid e che continua a scendere, fiaccato dall’inflazione e da un netto calo del potere d’acquisto che pesa sulle famiglie.
Gli ultimi dati Istat, riguardanti il secondo trimestre del 2023, evidenziano tutte le difficoltà economiche dei consumatori. Il reddito disponibile delle famiglie, innanzitutto, è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, a fronte comunque di una crescita dei consumi dello 0,2%.
Il dato che preoccupa di più è quello della propensione al risparmio, che da diversi trimestri è ormai sotto i livelli pre-Covid: oggi è stimata al 6,3%, in discesa di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il potere d’acquisto delle famiglie, poi, è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, nonostante una sostanziale stabilità dei prezzi. Per le famiglie l’aumento dei consumi finali comporta, considerando la lieve flessione del reddito disponibile, una flessione della propensione al risparmio, come sottolinea l’Istat.
Crolla il potere d’acquisto degli italiani
Questi dati vengono definiti gravi per il Paese da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori: “L’inflazione continua a erodere il potere d’acquisto delle famiglie che crolla dell’1,7% rispetto al secondo trimestre dello scorso anno”.
Reggono, per ora, i consumi, ma solamente perché le famiglie intaccano i risparmi: “Si tratta di una bomba a orologeria, destinata presto ad esplodere. Il caro bollette e il carovita avranno ripercussioni sulla crescita della nostra economia, dato che i consumi rappresentano il 60% del Pil”.
Risulta evidente che le politiche del governo Meloni lato consumatori non stanno funzionando e il rischio è che le conseguenze le paghi lo stesso esecutivo, con un calo della crescita, già stagnante, nei prossimi mesi. Per questo Dona chiede di “ridare capacità di spesa alle famiglie con provvedimenti seri e non con provvedimenti spot come il carrello tricolore”.
Le famiglie costrette a intaccare i risparmi
Il Codacons definisce “disastrosi” questi dati che attestano come il caro-prezzi “stia impoverendo giorno dopo giorno gli italiani, costringendoli a ricorrere ai risparmi per affrontare i consumi”.
La propensione al risparmio delle famiglie è scesa del 3,1% rispetto allo stesso periodo del 2022, la “diretta conseguenza del caro-prezzi che imperversa in Italia, con una inflazione ancora a livelli elevatissimi per beni primari come alimentari e carrello della spesa”.
Stesso messaggio lanciato anche da Confesercenti, che sottolinea come gli italiani debbano intaccare i propri risparmi. “Complessivamente, nei primi 6 mesi di quest’anno la quota di risorse destinata al risparmio è calata di 20 miliardi”, viene sottolineato. Questi dati confermano il deterioramento del clima di fiducia registrati a settembre e delineano “un quadro allarmante: le famiglie stanno riducendo le proprie capacità di risparmio per conservare il livello dei consumi, a fronte di una perdita di potere d’acquisto che ancora non si è arrestata”.
Parliamo di circa 8 miliardi di euro in meno in sei mesi, pari a oltre 300 euro in meno a famiglia, stima Confesercenti. Inoltre, cresce anche il debito privato delle famiglie, che nel 2023 dovrebbe arrivare a sfiorare gli 11.500 euro pro-capite, circa 1.300 in più del 2019.