Un incubo continuo, un cordoglio senza fine, iniziato con gli attentati di Charlie Hebdo del 2015 e arrivato sino alla notte del Manchester Arena. Il mondo politico italiano si stringe alla Gran Bretagna dopo l’attacco terroristico al concerto di Ariana Grande (che ha causato oltre 20 morti e 120 feriti) sin dalle prime ore della mattinata. Da Palazzo Chigi il premier Paolo Gentiloni prima assicura “sull’assenza di italiani coinvolti”, poi lancia un messaggio di speranza: “La vigliaccheria di chi spezza le vite di giovani ragazzi e ragazze non avrà la meglio sulla nostra libertà”. Il ministro dell’Interno Marco Minniti ha definito l’attentato “una strage disumana, inaccettabile che ha colpito il Regno Unito e colpisce l’Europa ancora una volta”, avvisando sul fatto che “si fa fatica a difendersi da attacchi di questo tipo perché è difficile immaginarli, ma non impossibile”. Non impossibile, esattamente.
Ed è per questo che il ministro Minniti da Taormina per il G7 è subito rientrato a Roma dove ha riunito, ieri pomeriggio, il Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (C.A.S.A.) alla quale hanno partecipato i vertici nazionali delle Forze di Polizia, dei servizi di intelligence e il rappresentante della sicurezza del Regno Unito a Roma. Nel corso del Comitato è stata espressa la più ferma condanna per l’atto terroristico di Manchester; è stata fatta poi un’attenta e approfondita analisi dello scenario internazionale, sottolineando, anche alla luce dei prossimi appuntamenti come il G7 che l’attenzione rimane altissima ma il livello della minaccia non cambia per l’Italia. Ecco perché Minniti ha chiesto di tenere elevato il livello di vigilanza, rafforzando le misure di sicurezza a protezione degli obiettivi ritenuti più a rischio, nonché verso i luoghi che registrano particolare affluenza e aggregazione di persone. Ecco perché molto probabilmente sarà rafforzata la vigilanza per i concerti che popoleranno piazze e e stadi italiani. Basti pensare a quello di Vasco Rossi, previsto a Modena per il 1 luglio (200/250mila partecipanti attesi) o agli U2 che suoneranno allo stadio Olimpico di Roma il 15 e 16 luglio (50mila partecipanti). La linea è: non si annullano gli appuntamenti. Ma nello stesso tempo qualcosa in più va fatta.