Alla fine sono tutti contenti. Doppiamente contenti, verrebbe da dire. Con due nomine al posto di una. Non è una spartizione delle poltrone, ci tengono a sottolineare tutti gli attori coinvolti in questa vicenda che si appresta a chiudersi dopo quasi due mesi. Eppure viene difficile pensare ad altro. La riforma dello Statuto della Fondazione Teatro di Roma è stata presentata all’assemblea dei soci dopo l’accordo trovato tra ministero della Cultura, Regione Lazio e Comune di Roma.
Ministero, Comune e Regione Lazio presentano l’accordo all’assemblea dei soci della Fondazione Teatro di Roma
Tutti d’accordo sulla modifica che prevede l’introduzione di un secondo direttore: oltre a quello generale ci sarà anche quello artistico. La questione era nata con la nomina di Luca De Fusco come direttore generale: dopo le proteste del Campidoglio si è trovato un accordo per esprimere un secondo direttore. De Fusco dovrebbe diventare direttore artistico mentre il Comune sceglierà un altro nome per il ruolo di direttore generale. Ieri Regione, Comune e ministero hanno confermato la riforma dello Statuto concordato per poter avere due cariche.
La partita non è formalmente chiusa, ma è evidente che una volta trovato l’accordo politico la strada è in discesa ed è solo questione di tempo. Ora, infatti, saranno Comune e Regione a dover dare il via libera alla riforma dello Statuto e alle due cariche. Per quanto riguarda la Regione, non è previsto un passaggio formale in Consiglio, ma dovrebbe essere sufficiente un atto della giunta. In Comune, invece, ci sarà un voto dell’Assemblea capitolina per approvare le modifiche e introdurre così le novità dello Statuto.
L’annuncio dell’intesa, già concordata da tempo, è arrivato attraverso una nota di ministero della Cultura, Regione Lazio e Comune di Roma. L’accordo, secondo il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, è “un risultato importante per un’istituzione culturale di primissimo livello”. Secondo Sangiuliano è positivo che ai vertici ci saranno “due figure di alto profilo quale il direttore generale, con compiti strettamente manageriali, e uno artistico, più dedicato alla programmazione”. Ma il ministro della Cultura non è l’unico contento. Anzi, forse più di lui lo è il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Proprio colui che, insieme al suo assessore alla Cultura, Miguel Gotor, ha dato battaglia dopo la nomina di De Fusco rivendicando il ruolo del Campidoglio nella Fondazione. E riuscendo, alla fine, a strappare un accordo con cui i direttori raddoppiano.
Ora manca solo il voto in Campidoglio
Per il sindaco capitolino “vince il dialogo tra le istituzioni, tra i soci fondatori di questo straordinario patrimonio che è la Fondazione Teatro di Roma”. Quella trovata è, a suo giudizio”, la “soluzione migliore possibile”. Sicuramente quella che fa tutti contenti, perché nessuno rimane senza rappresentanza e nessuno avrà più nulla di cui lamentarsi. Ora, ricorda Gualtieri, la modifica dello Statuto dovrà essere approvata in Assemblea capitolina. Contento anche il presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, esponente di FdI tra i principali protagonisti dell’operazione che ha portato alla nomina di De Fusco: “Plaudo all’accordo che spazza via una narrazione che voleva mettere contro gli enti locali e quelli nazionali”.
Così, invece, “rinasce la cultura della Capitale e l’istituzione del Teatro di Roma, anche con i teatri Valle, India e Torlonia”. Intanto non manca la soddisfazione del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca: “Sono sempre convinto che la sinergia istituzionale e il dialogo portino sempre buoni risultati”. Anche perché, ha sottolineato il presidente, “sulla cultura come valore fondativo di una comunità non possono esserci divisioni”. E, a quanto pare, neanche sulle poltrone, altro vero valore fondativo italiano.