“L’inchiesta su San Siro? Atto dovuto”. Poi Sala attacca il partito del no

Mentre il Sindaco attacca sul fascicolo aperto dalla procura e il Pd tace, si allarga il fronte del "no" al progetto del nuovo stadio

“L’inchiesta su San Siro? Atto dovuto”. Poi Sala attacca il partito del no

Dopo l’apertura di un fascicolo della procura di Milano (senza indagati) sulla vendita dello Stadio di San Siro ai fondi che controllano Milan e Inter, il sindaco Beppe Sala avrebbe potuto dire: “Ok, fermiamo tutto e verifichiamo la situazione”. Invece no. Sala ha parlato di “atto dovuto” e ha attaccato il “partito virtuale dei signori del ‘no’, che non si candidano, perché se si candidassero prenderebbero l’1%, che però vuole condizionare l’amministrazione del sindaco”.

L’indagine su San Siro partita da un esposto dell’ex vice-sindaco Corbani

Il riferimento (non) velato è all’esposto presentato alla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano dall’ex vice-sindaco di Milano e presidente del Comitato Sì Meazza, Luigi Corbani, nel quale si contesta la stima del Meazza fatta dall’Agenzia delle Entrate (72 milioni per il Meazza, 124 milioni per le aree attorno) e si avanza una querela per una presunta ‘invasione di terreni’, per i carotaggi effettuati davanti allo stadio in vista dell’apertura del cantiere, senza autorizzazioni.

Stadio e aree vendute per 751 euro al mq

Il contesto in cui era maturato l’esposto era la presentazione da parte di Milan e Inter di un dossier per l’acquisto dello stadio e delle aree limitrofe con la giunta guidata da Sala che sta preparando un bando pubblico per la vendita. “L’Agenzia delle Entrate ha stimato il tutto, stadio e area, in 196.988.465,20 euro: sostanzialmente si venderebbero 262.200 mq di proprietà comunale con annesso stadio Meazza a 751,29 euro al metro quadrato, poco più del valore di monetizzazione (703,11 al metro quadro), diciamo, una svendita di stagione andata male” scriveva Corbani ai consiglieri comunali, ipotizzando dunque un danno erariale.

Per Corbani la cifra più realistica sarebbe di oltre 312 milioni di euro, tenendo conto anche delle aree limitrofe. Il valore del solo stadio, invece, sempre stando al firmatario dell’esposto, sarebbe tra i 125 e i  218 milioni. Corbani ricorda infine che il Comune avrebbe accettato di sostenere gli oneri di abbattimento del Meazza, per circa 80 milioni di euro (“costa più la demolizione del valore reale dello Stadio: cose da non credere”, annota).

Il sindaco: “Andiamo comunque avanti”

Una tesi che ha fatto infuriare Sala: “Il sindaco (ha detto parlando di sé in terza persona, ndr) in nove anni ha dimostrato che non si fa condizionare e che non si farà mai condizionare. Se i milanesi tra due anni preferiranno avere un sindaco che ha paura della sua ombra e non prende decisioni, sarà un problema dei milanesi”. In ogni caso, ha promesso il primo cittadino, il Comune proseguirà l’iter del bando per la vendita del Meazza, “ci mancherebbe altro”.

Sala nega i costi di abbattimento a carico del Comune (ma la delibera dice il contrario)

Per il sindaco, poi, i costi dell’abbattimento a carico del Comune (previsti dalla sua stessa delibera) sarebbero solo “illazioni”: “la possibilità che con il denaro pubblico si contribuisca alle spese per la ristrutturazione e la demolizione di San Siro, è pari a zero”, ha detto. E, rispetto alla questione delle bonifiche, ha aggiunto: “adesso nessuno sa che cosa bisognerà fare e nessuno ha mai fatto carotaggi”

Verdi e SI chiedono il blocco del progetto

Tuttavia dopo la notizia dell’indagine, sono molte le voci – anche nella maggioranza – che si sono alzate per chiedere uno stop alla cessione. Contrari si sono detti i consiglieri Verdi, sebbene la loro assessora in giunta abbia votato a favore della delibera della cessione.

Anche Sinistra italiana (che non è in maggioranza, ma che è alleata con i Verdi in AVS) ha chiesto alla giunta Sala discontinuità, perché “quello che sta avvenendo intorno a San Siro non fa che confermare che ci avevamo visto lungo. Troppa fretta nella sostituzione dell’assessore Bardelli. Troppa fretta nel chiudere la “crisi di giunta” successiva alle dimissioni – doverose – dell’ex assessore alla Casa. Troppa fretta nel ripartire e ricominciare a fare esattamente come il giorno prima: centralità degli investimenti privati, pubblico sullo sfondo, dibattito assente”.

La Uil all’attacco dell’operazione San Siro

E contro l’operazione di schiera anche la Uil Lombardia: “Perché sullo stadio non si è mai pensato a organizzare un tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati, o una commissione consiliare con i vari stakeholder, a partire dai sindacati?”, si domanda Enrico Vizza, segretario regionale Uil.

“Qui si parla della trasformazione dell’intero quartiere, al di là dello stadio, e dobbiamo saperlo solo quando vengono approvati i progetti? Perché quando interessa si fanno i forum sul Pgt mentre una vicenda come il Meazza la dobbiamo leggere dai giornali?”, aggiunge. “Se questa è la politica che vuole fare Sala e il Pd, noi non ci stiamo”, continua Vizza, “Noi vogliamo essere coinvolti, così come devono essere coinvolti i comitati. Vogliamo capire quella trasformazione che peso avrà, quale sarà l’impatto sulla qualità di vita dei cittadini, sull’occupazione e dal punto di vista dei numeri – veri – che può dare in termini di edilizia sociale”, conclude il segretario.

A fianco di Palazzo Marino solo Fontana e Lupi

A sostegno del progetto e di Sala, pur nel silenzio imbarazzato del Partito democratico, si sono schierati il presidente lombardo Attilio Fontana (“Cerchiamo di trovare una soluzione, punto e basta, perché qui mi sembra che si stia rischiando di bloccare tutto quello di cui questa città ha bisogno”) e Maurizio Lupi (“Non ci si fa dettare l’agenda né i criteri dalla Procura”).