La Sveglia

L’inchiesta di Fanpage e la consegna del silenzio

Per l'inchiesta di Fanpage vale la consegna del silenzio: la destra non parla e pretende che non se ne parli.

L’inchiesta di Fanpage e la consegna del silenzio

Nei giorni scorsi la testata giornalistica Fanpage ha pubblicato un’inchiesta che evidenzia come Gioventù nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia – il partito guidato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni – abbia al suo interno qualche problema di nostalgie fasciste. Sulle evidenze di quell’inchiesta hanno espresso preoccupazione i partiti di opposizione, diversi osservatori politici e addirittura la Commissione europea.

Poco o niente si è sentito invece dalla maggioranza, al di là dell’improbabile difesa del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri secondo cui “quelli che urlano Duce potrebbero essere tifosi della Casertana” (si sono incazzati anche i tifosi della Casertana) e il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani che ha risposto a un’interrogazione del Pd. Secondo il condirettore di Fanpage Adriano Biondi le risposte date dal ministro ricalcherebbero “un grande classico della narrativa vittimista della destra italiana: non rispondere nel merito della questione, ma provare a delegittimare l’interlocutore”.

Per Biondi il ministro con la sua risposta “si assume la gravissima responsabilità non solo di giustificare, ma anche di legittimare le pratiche e i comportamenti che emergono dal nostro lavoro d’inchiesta”. Fanpage scrive anche che Meloni avrebbe dato “la consegna del silenzio” a tutti gli altri. A Firenze l’assessore dem uscente all’Ambiente di Palazzo Vecchio, Andrea Giorgio, è stato querelato dal candidato del centrodestra Eike Schmidt per avere sottolineato come questa destra abbia pesanti infiltrazioni di estrema destra. Quindi siamo messi così: non solo la destra non ne parla, ma pretende pure che non ne parlino gli altri.